Vaccini, campagna ferma
Restano 71mila “No vax”

Soltanto 28 le prime dosi somministrate martedì - Ma i pazienti sono soprattutto bambini. Ats ha deciso la chiusura degli hub

Le nuove vaccinazioni sono ferme al palo, uno zoccolo duro da 71mila “no vax” comaschi resiste e la più grande campagna vaccinale di massa, in attesa della quarta dose, può dirsi ormai conclusa.

Nella giornata di martedì in tutta la provincia sono state effettuate 28 prime dosi, dunque 28 cittadini mai vaccinati contro il Covid si sono finalmente convinti. In maggioranza si tratta di bambini tra i 5 e gli 11 anni, una fascia d’età dove la copertura è ancora inferiore al 40% mentre tra i più grandi le percentuali sono tutte vicine al 90%.

Nella città capoluogo le prime dosi inoculate sempre martedì sono state esattamente quattro, ad Erba tre, a Mariano Comense due, a Cantù una soltanto e ad Olgiate Comasco zero.

Anche le seconde dosi si sono ormai esaurite: 10 quelle fatte in città, 11 a Cantù, 6 a Mariano Comense, una ad Erba e di nuovo zero ad Olgiate. Proseguono invece le terze dosi, 819 somministrazioni in tutta la provincia, con la prospettiva di arrivare a termine a marzo.

Il centro vaccinale di via Napoleona è quasi deserto. L’Asst Lariana ha riorganizzato il servizio unificando la vaccinazione per i bambini e quella per gli adulti nel solo padiglione Negretti anche per razionalizzare le energie. Per cercare di spingere ancora la campagna vaccinale sempre l’Asst Lariana domani propone un’apertura serale dalle 20 alle 22 in via Napoleona, senza prenotazione per «prime, seconde e terze dosi degli adolescenti a partire dai 12 anni compiuti e degli adulti». Sabato e domenica si terrà poi l’ultimo open dedicato ai bambini e ai loro genitori sempre senza prenotazione dalle 8 alle 20.

Un’ultima speranza per convincere qualcuno dei 71mila “no vax” comaschi rimasti è il nuovo vaccino Novavax, in arrivo anche in Lombardia. Seppur non sia possibile nella nostra Regione scegliere la tipologia di vaccino, la disponibilità di questo siero sta attirando l’attenzione dei non vaccinati perché sfrutta una tecnologia diversa da quella usata da Pfizer e Moderna, considerata a torto pericolosa.

«Speriamo, ma non mi farei illusioni – commenta Marco Magrini , dirigente dell’Ats Insubria e membro dell’unità di crisi regionale – ormai la campagna vaccinale volge al termine, l’intenzione è lasciare attive le vaccinazioni nelle farmacie, tenendo pronto un solo grande centro per ogni Ats in caso di necessità». Tra Varese e Como è stato scelto l’hub di Gallarate.

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