«Giù la giunta», in 200
sfidano vento e pioggia

Erano circa 200 ieri mattina in piazza Cavour sfidando il vento gelido e la pioggia per protestare contro il muro sul lungolago e contro l’amministrazione guidata dal sindaco Stefano Bruni. E la pioggia ha impedito di realizzare il muro simbolico (con le scatole di scarpe) previsto dal comitato organizzatore ("Giù la giunta")

COMO Erano circa 200 ieri mattina in piazza Cavour sfidando il vento gelido e la pioggia per protestare contro il muro sul lungolago e contro l’amministrazione guidata dal sindaco Stefano Bruni. E la pioggia ha impedito di realizzare il muro simbolico (con le scatole di scarpe) previsto dal comitato organizzatore ("Giù la giunta"). Molti partecipanti avevano portato la scatola, ma l’hanno lasciata in macchina proprio a causa del maltempo.
Nel salotto buono semplici cittadini, ma anche diversi esponenti delle forze di opposizione del consiglio comunale. «In questa città - ha detto Marta Pezzati, fondatrice del comitato - non si capisce niente. Il muro si è alzato con una variante di cui nessuno ha detto nulla e questo significa che non è più rispetto per i cittadini. Non siamo esperti, ma abbiamo voluto far sentire la nostra voce. E il nostro appello è a tutti i cittadini, a prescindere dal colore politico».
La consigliera della "lista per Como" ha letto una fiaba albanese che racconta la storia di un ragazzino che dice bugie, mentre il segretario provinciale del Pd Luca Corvi ha detto: «Nonostante il freddo e il gelo ci sono quasi 200 persone, segnale dell’assoluta non soluzione del problema muro e di tutti gli altri: dalla Trevitex alla Ticosa, dal palazzetto all’ospedale. Andremo avanti con le proteste perché la città chiede risposte serie e concrete ai problemi. Non è accettabile continuare a mantenere il proprio posto e anche la Lega, che fa rima con cadrega, fa lo stesso». A fianco Alessandro Briccola, responsabile dei giovani democratici: «Siamo tornati in piazza come giovani perché non bastano le dimissioni di Caradonna. Noi continueremo a chiedere che la maggioranza intera, a partire dal sindaco, si dimetta. Le manifestazioni andranno avanti e torneremo anche in consiglio comunale». E la prossima uscita del comitato potrebbe essere proprio a Palazzo Cernezzi. Patrizia Signorotto ha infatti annunciato che il comitato organizzerà nei prossimi giorni un’altra assemblea per decidere nuove iniziative: «Si pensa a una manifestazione all’esterno del Comune la sera durante una seduta del consiglio e ad un ulteriore impegno per rafforzare la rete di comunicazione tra i partecipanti».
Il consigliere regionale e capogruppo del Pd Luca Gaffuri ha aggiunto: «Ci troviamo nella situazione in cui nessuno dei problemi di questa città è stato risolto e i nodi sono venuti tutti al pettine: non si vede una prospettiva visto che gli interventi giudicati dal sindaco prioritari sono nuove iniziative di carattere edilizione, come se queste fossero mancate». La prossima mossa dell’opposizione sarà la richiesta di un consiglio comunale straordinario sul destino della Ticosa, sempre più appeso a un filo. A protestare anche Donato Supino (Rifondazione) che ha parlato della situazione dei trasporti, Maurizio Casarola che ha contestato il nuovo palazzetto dello sport che verrà costruito a Muggiò. In piazza anche Franco Fragolino, Marcello Iantorno, Gianni Imperiali, Alessandro Rapinese, Bruno Magatti, Bruno Saladino, il consigliere provinciale Renato Tettamanti. «Sono di Salerno - ha raccontato Angela Compagnone - ma vivo nel comasco ormai da molti anni. La cosa più bella della città era la passeggiata sul lungolago e quello che si vede parla da solo. I nostri politici non guardano evidentemente il discorso panoramico o la serenità d’animo dei cittadini». La manifestazione è proseguita tra vento e pioggia e i partecipanti si sono progressivamente spostati sotto i portici.
Gi. Ro.

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