Maggiolini, un anno dalla morte
Coletti: «Fede senza titubanze»

È stato celebrato il primo anniversario della morte del vescovo Alessandro Maggiolini. Tanta gente ha affollato la cattedrale evocando lo stesso clima di partecipazione, di rimpianto e di affetto, che lo scorso anno è stato espresso con un ininterrotto viavai di visite e preghiere, di prolungati silenzi accanto alla salma del vescovo che guidò la diocesi di Como per  quasi 18 anni - dal 1989 al 2006 - e che ha voluto rimanere a Como fino all’ultimo suo respiro esprimendo il desiderio, nel testamento spirituale, che le sue spoglie fossero tumulate in cattedrale ai piedi dell’altare dedicato alla Vergine Maria

COMO È stato celebrato il primo anniversario della morte del vescovo Alessandro Maggiolini. Tanta gente ha affollato la cattedrale evocando lo stesso clima di partecipazione, di rimpianto e di affetto, che lo scorso anno è stato espresso con un ininterrotto viavai di visite e preghiere, di prolungati silenzi accanto alla salma del vescovo che guidò la diocesi di Como per  quasi 18 anni - dal 1989 al 2006 - e che ha voluto rimanere a Como fino all’ultimo suo respiro esprimendo il desiderio, nel testamento spirituale, che le sue spoglie fossero tumulate in cattedrale ai piedi dell’altare dedicato alla Vergine Maria. «La morte non separi ciò che l’amore ha unito»: è questo il messaggio, scritto in latino, che lo stesso vescovo emerito ha voluto fosse impresso sulla sua lapide e che ieri sera è sembrato più credibile, percepibile nella gente radunata, nei gesti della liturgia, nel canto sostenuto dalla corale del duomo diretta da monsignor Felice Rainoldi. Ma ancor più il richiamo a un’indissolubile unità fra i giorni terreni condivisi e l’approdo ad un destino eterno, è risuonato nelle parole del vescovo Diego Coletti che non ha potuto essere presente alla celebrazione - dato il suo impegno ai lavori dell’assemblea generale straordinaria della Cei che si svolge ad Assisi dallo scorso lunedì ad oggi - ma ha inviato un saluto carico di commozione e di gratitudine rivolto a tutta la comunità e in particolare al fratello Luciano, nel ricordo del «compianto vescovo Alessandro». «Mi unisco a voi in questa celebrazione eucaristica in suo suffragio. Saluto e ringrazio l’arcivescovo Franco (monsignor Franco Festorazzi arcivescovo emerito di Ancona-Osimo ndr) che, in mia rappresentanza, presiede questa celebrazione con i presbiteri i diaconi e voi popolo di Dio» ha detto Coletti nel suo scritto indicando poi alcuni tratti indelebili  nell’episcopato del suo predecessore. «Al vescovo Alessandro la nostra Chiesa è grata per il suo ministero e per la sua tenacia nell’annuncio di una fede senza titubanze e radicata profondamente nella sequela del Signore Gesù aperta a tutte le vocazioni.- così ha sottolineato - La città di Como e ogni comunità della nostra diocesi ne hanno ammirato l’impegno per la salvaguardia di un patrimonio profondamente segnato dal cristianesimo che non si è mai rassegnato a cedere ad altre esperienze pur significative».  Un impegno documentato anche in una ricca produzione di “carte”, libri e articoli, ora raccolti in un “Fondo Alessandro Maggiolini” donato all’Archivio storico della diocesi di Como. Un patrimonio che monsignor Festorazzi ha ricollegato con la passione nell’annuncio del Vangelo, nel lucido intento di coniugare «la carità nella verità», secondo il richiamo della recente enciclica.
Laura d’Incalci

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