Stritolati dalla burocrazia
Centinaia di anziani in coda

Adesso chiunque sia nato prima del ’37 nel quartiere della periferia Sud deve modificare il codice fiscale a causa dell’”allineamento dei dati” richiesto dalla legge 43 del 2005 per introdurre la carta d’identità elettronica. Cosa che sta risultando complicata per gli ultra settantenni

COMO Poveri anziani, stritolati nella mostruosa macchina della burocrazia, con la paura di restare senza la pensione. Tutta colpa del loro Comune di nascita: Rebbio. Proprio così, c’è stato un tempo in cui Rebbio era Comune indipendente. Poi nel 1937 un regio decreto lo ha accorpato al capoluogo. Adesso chiunque sia nato prima del ’37 nel quartiere della periferia Sud deve modificare il codice fiscale a causa dell’”allineamento dei dati” richiesto dalla legge 43 del 2005 per introdurre la carta d’identità elettronica. Cosa che sta risultando complicata per gli ultra settantenni: prima vengono chiamati all’ufficio elettorale del Comune di Como, poi vengono dirottati a tutta un’altra serie di Enti, come l’Inps, l’Asl o la propria banca, per comunicare la variazione del codice. I pensionati coinvolti sono tantissimi, tutti nati nel vecchio reparto maternità di via Paoli (ora sede del liceo scientifico “Giovio”).

Stando a quanto comunicato ieri dall’ufficio stampa di Palazzo Cernezzi «i cittadini da chiamare per l’allineamento del codice fiscale al 1° gennaio 2009 erano circa l’1% della popolazione», cioè circa 800 persone. Ma i diretti interessati che in questi giorni hanno dovuto affrontare code ai vari sportelli dicono di avere sentito parlare di svariate migliaia di persone.
Il problema è che i dati presenti nell’ufficio anagrafe risultano differenti dai dati contenuti nei data-base dell’Agenzia delle Entrate. Ecco allora che molti anziani devono modificare le ultime lettere e cifre del proprio codice sostituendo “933”, identificativo del Comune di Como, con “208” che indica, invece, il soppresso Comune di Rebbio.
A tutte queste persone Palazzo Cernezzi sta inviando una lettera, dai toni abbastanza perentori, che invita a presentarsi «il prima possibile all’ufficio elettorale», altrimenti «le discordanze rilevate potrebbero causarle problemi in ordine alla fruizione di servizi erogati da altri Enti pubblici (Asl, Inps, ecc.) o privati (Banche, Poste Italiane ecc.)». E qui inizia l’odissea, come ha raccontato Giulia Resmini che ha dovuto affrontare code e arrabbiature per aiutare la mamma, nata a Rebbio nel 1935, a districarsi nel labirinto della burocrazia.

«Quando mia madre ha letto la lettera – racconta Resmini – si è agitata. Aveva paura per la sua pensione. Sono andata all’anagrafe di Como e lì, dopo aver provveduto alla variazione del codice, mi hanno detto che dovevo andare anche all’Asl, All’Inps e alla banca. In coda con me c’era una decina di anziani per lo stesso motivo. Non riesco proprio a capire perché questa trafila ricada sui cittadini, tra l’altro tutti di una certa età. Possono incontrare anche parecchie difficoltà a risolvere questa situazione. La colpa della discordanza dei dati non è loro». Le sorprese non finiscono qui: «All’Asl mi è stato inizialmente detto che non potevano fare la variazione del codice, poi hanno stampato un foglio e fatto una correzione temporanea scritta a mano. Non mi sembra serio. Altri ancora sono stati invitati a presentarsi una seconda volta».

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