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Sabato 05 Dicembre 2009
Fisco, stangata sugli stipendi
In tasse se ne va un altro 5%
L'imposta netta pagata ha raggiunto nel 2008 il 18,78% (quella lorda il 26,29%) del reddito per i dipendenti, in media 4.418 euro secondo l'analisi della Cisl sulle denunce dei redditi presentate ai loro sportelli del Caf, i centri di assistenza fiscale. Per i pensionati l'imposta netta è pari al 15,67%, quella lorda è del 24,44%, con una media dell'imposta netta di 2.711 euro.
Le tasse si «mangiano» una parte sempre più grande di stipendi e pensionati dei comaschi. Il costo della vita cresce ogni mese e il reddito disponibile per affrontare l'aumento dei prezzi diminuisce in maniera costante. La pressione fiscale a Como nonostante il momento economico difficilissimo continua a crescere, con un aumento dei prelievi tributari fra tariffe, addizionali Irpef e tasse locali gestiti e manovrati direttamente dalle amministrazioni comunali, è aumentata del 4,9% per i lavoratori dipendenti e del 5% in più addirittura per i pensionati. La variazione è relativa ai redditi 2008 sul 2007, gli ultimi dati disponibili.
La stangata insomma è sicura. E i dati lo dimostrano in maniera più che sufficiente. L'imposta netta pagata ha raggiunto nel 2008 il 18,78% (quella lorda il 26,29%) del reddito per i dipendenti, in media 4.418 euro secondo l'analisi della Cisl sulle denunce dei redditi presentate ai loro sportelli del Caf, i centri di assistenza fiscale. Per i pensionati l'imposta netta è pari al 15,67%, quella lorda è del 24,44%, con una media dell'imposta netta di 2.711 euro. «I dati Eurostat confermano che l'Italia è oggi il paese europeo con la maggiore tassazione sul lavoro, il 44,9% rispetto ad una media dell'Unione europea del 37,8%. - spiega Fausto Tagliabue segretario generale di Cisl Como -. Secondo l'Ocse in Italia le pensioni sono tassate in misura doppia rispetto alla media europea, è logico pensare che questo sia un importante problema su cui porre la massima attenzione. Serve un intervento sulla pressione fiscale nelle prossime tre finanziarie, bisogna pensare ad una redistribuzione».
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