Lo scrittore Andrea Vitali:
"Como meglio di Lecco"

«La sponda comacina è molto più abituata a un turismo d’élite e di qualità, basta vedere le splendide ville e residenze, spesso opere di architetti celebri, i grandi nomi che vi soggiornano. Lecco ha una tradizione molto più virata sul lavoro e l’artigianato, in termini di mentalità turistica siamo parecchi passi indietro, ci presentiamo male»

COMO Che fosse tifoso del Como era noto. Ma Andrea Vitali, scrittore bellanese, dell’altra sponda del lago si scopre anche tifoso della città di Como che mostra di preferire alla "sua" Lecco. Il ragionamento del medico-romanziere è contenuto in un’intervista rilasciata a Luigi Bolognini per «LaRepubblica» «Non vorrei essere cattivo verso Lecco -spiega Vitali -, ma mi sembra che Como sia molto meglio, da un punto di vista ambientale e culturale. La sponda comacina è molto più abituata a un turismo d’élite e di qualità, basta vedere le splendide ville e residenze, spesso opere di architetti celebri, i grandi nomi che vi soggiornano. Lecco ha una tradizione molto più virata sul lavoro e l’artigianato, in termini di mentalità turistica siamo parecchi passi indietro, ci presentiamo male».  Sul traffico, però, dopo la realizzazione dell’attraversamento di Lecco, non sembra esserci partita. «Sì, l’unica cosa positiva è stata la superstrada che porta in Valtellina, che ci ha levato le auto dalla strada lungolago, che ci facevano scoppiare i polmoni di smog e paralizzavano la nostra vita quotidiana: bastava un camion di traverso o un minimo incidente e le code erano di chilometri. Ma ci ha anche tolto il turismo mordi e fuggi, quello dei torpedoni che portavano gli sciatori sulle piste e che si fermavano al bar centrale a mangiare i panini». Le montagne e la natura selvaggia sembrano non bastare a Lecco, dove il lago, a parere di Vitali, è più ferito che sul versante comasco. «Non passa giorno senza che veda una gru in azione, dalle mie parti. Finite le industrie si è pensato che svendere il territorio fosse il modo migliore per restare a galla, così abbiamo a devastazioni irreversibili, che si ammirano - se posso dire così - prendendo il traghetto dalla sponda comasca. I Comuni hanno autorizzato la costruzione continua di seconda case che poi restano inevitabilmente sfitte solo per incassare gli oneri di urbanizzazione. E poi case ridicole, in gran parte con  piscina: sulle rive di un lago!»

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