Homepage / Como città
Domenica 03 Gennaio 2010
La buona memoria lariana
E il papà che non s'è arreso
Si chiamano Valentina, Paolo, Danny, Andrea, Sara... Sono i ragazzi e le ragazze, gli uomini e le donne che ci hanno lasciato nel 2009 e che non dimentichiamo. Perché non è vero che una persona scompare: nel cuore di chi le ha voluto bene rimane per sempre
Ancora una volta sono stati gli incidenti d’auto a ferire a morte la nostra bella gioventù. Non abbiamo bisogno di spulciare l’archivio per ricordare gli occhi di Valentina Musso, morta a Pavia quando faceva ancora caldo. Immaginiamo lo sgomento degli amici, il dolore dei parenti, a cui è cascato tutto d’un botto il mondo. Ci dà speranza un blog, in cui si dà conto della scelta del papà di Valentina, che dopo quella sera ha deciso un’esperienza di volontariato in una casa famiglia in Argentina, per «provare a dare un senso a una grande perdita». «Rispetto all’esperienza che stiamo facendo - scrive l’uomo a un’amica della figlia - non ci sentiamo né speciali né coraggiosi, ma solo tanto fortunati per aver trovato, tra tante lacrime che ancora non ci abbandonano, la forza di reagire e, complice un pizzico di "temerarietà", di buttarci in quest’avventura che oggi ci regala anche un’alternativa per costruire il futuro senza Vale, ma anche grazie a Vale. Andare avanti non significa non guardarsi indietro. Prendendo a prestito le parole del grande Saint-Exupéry: "Solo con el corazon se puede ver bien; lo essencial es invisibile para los ojos"».
L’essenziale è invisibile agli occhi. Ce lo siamo detti anche andando a contare i mazzi di fiori e le scritte lasciate sotto una piattaforma di cemento dagli amici di Andrea Edera e Danny Mancuso, i due ragazzi di Cernobbio morti, sbalzati dal sellino della propria moto. Ora che l’anno è passato e lì non resta che asfalto e sporcizia e freddo, immaginiamo le case delle loro famiglie, in queste feste che sono vetta di felicità ma anche, per chi ha un vuoto nel cuore, il più profondo abisso. Sappiano però che quei ragazzi non saranno dimenticati, non finché i testimoni della loro presenza lasceranno questo mondo, pur ricordando che è solo questione di tempo e poi scenderà su tutti, noi e loro, l’oblio. Una battaglia, quella della buona memoria, che unisce altri volti, altre storie. Quella di Davide Camuncoli e Sara Galli, anch’essi traditi da una moto. O quella di Mattia Cupo, diciannovenne di Faloppio, portato via ormai un anno fa, e Andrea Guffanti, che non è riuscito neppure a festeggiare il Capodanno che sognava e rimarrà per sempre fermo lì, sul curvone della Napoleona.
Chiediamo scusa per chi in queste poche righe manca all’appello: non abbiamo pretese di elenco, bensì di estendere a ognuno il pensiero, attraverso i volti che chiudendo gli occhi ci appaiono. Quello di Sara Bozzetti, ad esempio, stroncata da un tumore senza poter veder crescere le sue tre bimbe. O il papà e la mamma del piccolo Paolo, volato via per un colpo maligno del destino, nelle mura amiche eppure traditrici della sua casa, a Rebbio. Com’è possibile dimenticarlo, come voltare pagina senza dedicare a tutti loro un pensiero? Perciò abbiamo voluto ritagliarci in questa prima domenica dell’anno un po’ di spazio: misera la città che non piange i propri figli, ma anche quella che, a differenza del papà di Valentina, si lascia cadere le braccia, non vede altro che buio. In quel mistero ineffabile ch’è la vita, la buona memoria non sana il dolore, ma resta un filo di luce, un appiglio.
Giorgio Bardaglio
© RIPRODUZIONE RISERVATA