Per la spiaggia da vendere
il pm vuole il processo

Blevio: la procura ha notificato all'ex sindaco, a quattro ex assessori e a sei ex consiglieri comunali l'avviso di chiusura indagini, ipotizzando a loro carico l'accusa - a vario titolo - di abuso d'ufficio e falso ideologico.

BLEVIO La cessione della spiaggetta del Belvedere avrebbe provocato un «danno all'amministrazione comunale di Blevio» (fosse andata in porto) a causa della «irreversibile perdita della titolarità dei beni demaniali» e un danno ai cittadini di Blevio «per la perdita del godimento di beni di uso pubblico». Con queste motivazioni la procura ha notificato all'ex sindaco, a quattro ex assessori e a sei ex consiglieri comunali l'avviso di chiusura indagini (anticamera, quasi sempre, della richiesta di processo da parte dell'accusa) ipotizzando a loro carico l'accusa - a vario titolo - di abuso d'ufficio e falso ideologico. Le contestazioni riguardano le delibere con cui la giunta prima e il consiglio comunale poi diedero il via libera alla vendita ad Achille Locatelli, proprietario di Villa Belvedere, della vicina spiaggetta. Stando alle contestazioni del pubblico ministero Massimo Astori, che per dipanare la complessa matassa s'è visto costretto ad affidare lo studio degli atti a dei consulenti, la spiaggetta era un bene demaniale e quindi non poteva essere venduto ad alcuno.

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