Crac Ibs Forex,
tutti sotto inchiesta

Indagati per bancarotta i vertici della finanziaria che aveva sede in piazza Grimoldi e che ha bruciato milioni di euro dei clienti

È bastata una lettura veloce della relazione del curatore fallimentare di Ibs Forex, agli investigatori della finanza, per capire che l'inchiesta sul crac milionario della finanziaria di piazza Grimoldi avrebbe presto ingranato un'altra marcia. E così è stato. Da alcune settimane, infatti, gli amministratori e i rappresentanti del collegio sindacale della società evaporato con i suoi 45 e passa milioni di euro sono tutti formalmente indagati per bancarotta fraudolenta. E non si tratta solo di coloro che hanno formalmente ricoperto ruoli nel cda e nel collegio incaricato di vigilare sui conti della società, ma anche di quelli che dal primo giorno gli investigatori del nucleo di polizia tributaria avevano individuato come i veri responsabili della finanziaria: il "papà" di Ibs, Graziano Campagna, e il direttore Sandro Tiso.
I loro nomi sono tutti quanti finiti sulla copertina dei faldoni che compongono l'imponente inchiesta sul crac della Ibs, un'indagine che vanta una sua gemella in Sicilia, dove la Provincia di Palermo ha perso oltre 30 milioni investiti in un paio di anni nella sconosciuta società con sede in piazza Grimoldi, in centro a Como. Indagine, questa siciliana, finita addirittura nelle mani della direzione distrettuale antimafia.
Sul Lario ad occuparsi dell'indagine è il pubblico ministero Massimo Astori che ora ha deciso di virare il timone verso l'estero, a caccia del tesoro scomparso. Si parla di rogatorie internazionali che punterebbero anche verso la capitale indiscussa del mercato Forex, ovvero la City di Londra. È qui, nel bel mezzo dello snodo più importante del "foreign exchange market" che la magistratura comasca conta di trovare le tracce utili a ricostruire la sorte dei risparmi pubblici e privati evaporati nel nulla, in una rovente estate lariana.

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