Ca d'Industria: "Sulle mense
nessun passo indietro"

Como: per Domenico Pellegrino, presidente del consiglio d'amministrazione, l'esternalizzazione della cucina è cosa fatta, con un contratto decennale «per ammortizzare i costi d'investimento».  E l'accordo può essere revocato solo nel caso in cui non fosse rispettato dalla società alla quale è stato appaltato il servizio. Protesta dei dipendenti a palazzo Cernezzi

COMO «Nessun passo indietro, non è possibile. Aspettiamo il sindacato per l'unico capitolo rimasto aperto, la contrattazione sui lavoratori»: per Domenico Pellegrino, presidente del consiglio d'amministrazione Ca' d'Industria, l'esternalizzazione della cucina è cosa fatta, con un contratto decennale «per ammortizzare i costi d'investimento».  E il contratto può essere revocato solo nel caso in cui non fosse rispettato dalla Società alla quale è stato appaltato il servizio, la Fms Srl. Non è stato firmato alla cieca, il consiglio d'amministrazione è a conoscenza del reato costato nel 2006 un decreto penale del Gip di Casale Monferrato all'amministratore unico William Fabbro. «Ma è estinto per intervenuta oblazione da 1.600 euro - ha detto Pellegrino - tanto rumore per una brioscina scaduta». Tutto ciò che gli premeva dire, l'ha detto ieri alla commissione comunale Affari Istituzionali allargata ai capigruppo, circondato dai suoi consiglieri, a sinistra la presidente della commissione, Veronica Airoldi e a destra il sindaco, Stefano Bruni. Davanti, cento lavoratori con il cappello da cuoco in testa, la pettorina bianca con la scritta «Giù le mani dalla Ca' d'Industria», cartelli alternati secondo le dichiarazioni di Pellegrino: “Vero”, “Falso”, “Bugie”, “Appaltate il Cda”, “Dimettiti”. In prima fila, una coppia di anziani: non si sa se siano venuti spontaneamente o se siano stati accompagnati come un simbolo: lui quasi piangeva, alla fine, quando è esploso un boato, tutti in piedi: «Dimissioni, dimissioni» e i vigili hanno separato la folla per scortare e far passare i consiglieri d'amministrazione, poi si sono messi sulla porta della Sala Stemmi per contenere i lavoratori e dar tempo a Pellegrino e ai suoi di uscire da Palazzo Cernezzi.

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