Sedi elettorali non in regola
A Como nessuno fa nulla

Eppure Bruni ha ammesso che i "Point" dei candidati Pdl sono irregolari. Pozzi: «Ne ho chiusi due». Il nodo: le scritte, i volti e i simboli

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«La norma è chiara, è eccessiva ma chiara. E per questo motivo la faremo rispettare. Le leggi vanno rispettate e quindi le applicheremo». Così aveva dichiarato il sindaco Stefano Bruni giovedì scorso in merito alle irregolarità dei point elettorali dei due duellanti del Pdl, Giorgio Pozzi e Gianluca Rinaldin. A quasi una settimana di distanza, però, nessuno è intervenuto in città come è stato fatto a Cantù, Mariano, Erba e Olgiate. «I vigili tributari sono solo tre» si sono giustificati in Comune. Intanto, però, i punti informativi sono rimasti completamente visibili nel capoluogo pur se definiti «irregolari» dallo stesso primo cittadino. La norma consente infatti di esporre simboli di partito negli appositi spazi pubblici oppure nelle sedi ufficiali di partito. E sia i Pozzi point che gli spazi di Rinaldin non sono sedi di partito, ma di singoli candidati. «Su Como nessuno mi ha notificato nulla - dice Rinaldin - e per questo non abbiamo rimosso niente. Lo abbiamo fatto a Erba, Mariano, Cantù e Olgiate. Tra l'altro anche la legge è interpretabile e quelli sono dei punti informazione dove i cittadini possono entrare. È un servizio e poi è sostitutivo a lasciare i ragazzi sotto i gazebo». Pozzi è sulla stessa linea e dice di aver chiuso «i punti di via Bellinzona e di piazza San Fedele».

Homepage / Como città

Giovedì 25 Marzo 2010

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