Como, è emergenza truffe
In pericolo gli anziani

Ci sono i falsi poliziotti, che dopo aver colpito a Camerlata hanno concesso il bis in città. Poi c'è il finto amico del figlio, che ha un finto computer da consegnare in cambio di denaro vero. Negli ultimi due giorni in questura a Como sono arrivate altre tre denunce di truffe ai danni degli anziani: una tentata, due riuscite. Ed è allarme

COMO - Ci sono i falsi poliziotti, che dopo aver colpito a Camerlata hanno concesso il bis in città. Poi c'è il finto amico del figlio, che ha un finto computer da consegnare in cambio di denaro vero. Negli ultimi due giorni in questura a Como sono arrivate altre tre denunce di truffe ai danni degli anziani: una tentata, due riuscite. Ed è allarme.

Il questore, Massimo Maria Mazza, ammette: «Siamo in un momento di picco di questo fenomeno. Succede sempre così: i truffatori scelgono un posto dove colpire, agiscono in fretta e poi, dopo qualche giorno, spariscono per evitare di essere presi». E così sta succedendo a Como in questi giorni, dove uno sciacallo solitario è in giro a chiedere ai pensionati scelti come vittime i soldi per il computer del figlio. Mette pressione, il delinquente, dice che bisogna pagare al più presto i duemila euro per il computer altrimenti il figlio lo perde. In un caso è riuscito a farsi consegnare il denaro, nel secondo è stato mandato a quel paese da un anziano che non ha abboccato e ha - anzi - chiamato subito il 113.

Poi ci sono i falsi poliziotti, un uomo e una donna che con la scusa di un'inchiesta per sventare una truffa ai danni della banca presso la quale le vittime hanno il conto, riescono a entrare in casa dei malcapitati per ripulirla: via contanti, ori, gioielli, ricordi. Gli sciacalli non guardano in faccia nessuno e il questore non fatica a definire questo tipo di truffe «un reato molto grave, soprattutto per le ripercussioni morali che ha sulle vittime». Un reato, tra l'altro, che dal punto di vista investigativo è un vero incubo: «Si può solo prevenire, dopo è difficile riuscire a identificare questi truffatori. Per questo è fondamentale la collaborazione di tutti».

Il riferimento del questore Mazza è non solo - e non tanto - ai truffati, quanto a chi finisce per rivestire un involontario ruolo nella truffa: «Non ci sorprende che le vittime finiscano per cadere nell'inganno di questi che sono autentici professionisti del reato, quando il fatto che non sempre si accorgano della truffa gli addetti agli sportelli bancari o postali dove gli anziani si presentano per prelevare i soldi» da dare ai loro aguzzini. Le eccezioni comunque ci sono, come quando, nei giorni scorsi, un pensionato si è presentato in banca a chiedere 12mila euro e il bancario allo sportello ha chiamato la polizia.

Lancia un appello, il questore di Como: «Serve un'attenzione particolare da parte di tutti - conclude Massimo Mazza - Un po' di sensibilità in più non farebbe male e otterrebbe degli ottimi risultati». Il riferimento è soprattutto a chi lavora allo sportello di poste e banche, possibile argine contro queste truffe crudeli. Che creano danni enormi nelle vittime, perché «hanno un crollo di fiducia in se stessi».

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