Bilancio comunale, conto salato
Approvarlo costerà 200mila euro

Bruni: «Di questo passo serviranno 40 consigli comunali per approvare il bilancio, con un grave danno economico per la città. Basta moltiplicare per 5mila euro e ci si rende conto delle spese». I conti sono presto fatti: si “bruceranno” 200mila euro

COMO - «Di questo passo serviranno 40 consigli comunali per approvare il bilancio, con un grave danno economico per la città. Basta moltiplicare per 5mila euro (è il costo di ogni singola seduta, ndr) e ci si rende conto delle spese». I conti sono presto fatti: si “bruceranno” 200mila euro. A tratteggiare questo scenario da brivido è il sindaco, Stefano Bruni, che se la prende con gli esponenti di minoranza che hanno depositato oltre 200 emendamenti al bilancio e con i consiglieri che «continuano a fare ostruzionismo in aula, presentando modifiche su ogni emendamento». Solo in maggio, come riportato nei giorni scorsi, si spenderanno 55mila euro per le sedute del consiglio, tra gettoni di presenza (70 euro a seduta da moltiplicare per 40 consiglieri), retribuzione del personale, elettricità e quant'altro. Ma il conto definitivo, stando alle previsioni di Bruni, sarà ben più salato: «Nelle prime tre serate abbiamo affrontato solo 11 emendamenti - ricorda - e con questo ritmo serviranno 100 giorni. Non possiamo far nulla, però, di fronte all'ostruzionismo. Stiamo cercando almeno di accelerare programmando consigli comunali ravvicinati (lunedì scorso, ieri, oggi e domani, ndr) e lunedì prossimo ci sarà una seduta dalle 10 del mattino a mezzanotte». Il rischio di arrivare oltre il termine stabilito dalla legge per l'approvazione del bilancio (il 30 giugno), secondo il sindaco esiste: «Ma poi ci sarebbero altri 20 giorni prima dell'arrivo del commissario, mi preoccupa di più il fatto che l'attività si blocchi per mesi e che prima di settembre i soldi non si potranno spendere. So che il consigliere Supino ritirerà i 173 emendamenti presentati per protesta, ma pare ci sia qualcun altro pronto ad appropriarsene (Alessandro Rapinese, ndr) ed è un comportamento da censurare. Noto, comunque, che ci sono consiglieri d'opposizione stanchi dell'ostruzionismo, io sono disponibile a incontrare le minoranze per vedere quali sono le loro richieste e cercare un accordo. Resta il fatto che una cosa del genere a Como non si era mai vista». «Bisognava confrontarsi prima con le minoranze? Il bilancio è il documento programmatico della maggioranza. Di solito ci si confronta in consiglio e si valuta l'opportunità di accogliere qualche proposta dell'opposizione». Anche Arturo Arcellaschi, Pdl, ha però presentato ben 23 emendamenti: «Continuo a ritenerlo un errore».
Ieri, sebbene il consiglio sia iniziato un'ora prima del consueto, il numero degli emendamenti affrontati è rimasto sotto quota dieci (a tarda sera l'aula era ferma al numero 16). Domani, in consiglio, il bilancio lascerà invece spazio alla mozione di censura contro il sindaco per il caso Ca' d'Industria: «Sarà un'altra serata persa, perché la censura è un istituto che non esiste, è ridicolo. Non credo che ci sarà il voto segreto, in ogni caso sono tranquillo». Quanto al clima all'interno della maggioranza: «C'è meno confusione e la disponibilità da parte di tutti ad andare avanti con un approccio costruttivo. Bisognerà verificare passo dopo passo, ma la scossa (Bruni aveva minacciato di dimettersi, ndr) è servita. Siamo sulla strada giusta e lo si vede nella disponibilità ad affrontare un gran numero di consigli comunali, non era  scontato. Anche se ovviamente non si sono risolti all'improvviso tutti i problemi». Intanto, il direttivo del gruppo Pdl in una nota accusa l'opposizione di «provocare sperperi di denaro pubblico» con l'ostruzionismo e sottolinea la necessità, per evitare situazioni simili in futuro, di «anticipare la presentazione del bilancio di previsione» e di approntare un nuovo regolamento consiliare, per una più efficiente organizzazione dei lavori dell'aula.
Michele Sada

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