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Giovedì 20 Maggio 2010
Lago "federale", ecco il decreto
Roma addio, il Lario al Pirellone
Prove generali di federalismo demaniale. La gestione delle acque, delle rive, la gestione dei trasporti attraverso la Navigazione saranno controllate direttamente dall'amministrazione regionale lombarda
Ma la norma prevede un coordinamento con le amministrazioni provinciali per la valorizzazione dei beni: in questo senso, il Consorzio del Lario e dei laghi minori, ammesso che resti e per quanto sfoltito, avrà un ruolo. Ma che vantaggi porta il "lago regionale", cioè un patrimonio idropotabile ed ambientale che non ricade più nelle competenze dello Stato? «Il lago ha un'importante funzione: è una via di comunicazione sull'acqua - esemplifica il senatore Pdl - e la Navigazione da gestione governativa potrebbe passare a gestione regionale, favorendo i progetti di integrazione delle reti. Una società salvata due anni fa, quando sono intervenuto presso il ministero dei trasporti per diciassette milioni di finanziamento che assicuravano la continuità del servizio». Un altro punto: la gestione delle acque, ora in capo al Consorzio dell'Adda: «La Regione potrà avere un ruolo incisivo di coordinamento tra le utenze idroelettriche, idriche e le esigenze dei paesi e delle città rivierasche - sottolinea Butti - ho presentato un progetto di legge per il risarcimento ai Comuni dei prelievi idrici effettuati dal Consorzio dell'Adda: è un problema che non decade».
La Regione ha soccorso la città per l'arredo del nuovo lungolago e della fascia urbana circostante, ma questo è un altro discorso. Resta aperto il discorso sul disciplinare di regolazione: saranno ancora validi i limiti invalicabili di livello, fissati con il ministero, di 120 sopra lo zero e di 40 sotto, visto che su quest'ultimo proprio la Regione aveva dato deroga, per la siccità? E poi, i progetti di disinquinamento: esattamente 25 anni fa, i primi fondi provennero dal ministero dei lavori pubblici. Chissà se è la volta buona per il progetto Plinius.
M. Cast.
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