Ombrelloni a pagamento
"Prima serve un progetto"

L'idea è stata lanciata a Lecco, ma in amministrazione provinciale a Como sono scesi dalle nuvole. E frenano di concedere «in gestione a soggetti privati queste aree, dove i bagnanti potrebbero trovare servizi particolari, pagando un corrispettivo per utilizzare ombrelloni e sdraio»

COMO In amministrazione provinciale al settore Territorio, ieri mattina hanno fatto un salto sulla sedia. Il dirigente Giuseppe Cosenza, i funzionari, l'assessore Sergio Mina. Il motivo? L'idea lanciata a Lecco dal presidente del Consorzio del Lario Luigi Lusardi che ipotizza di trasformare in spiagge attrezzate e a pagamento le sponde del lago e parla di un progetto che sta portando avanti con «l'assessore Ivano Polledrotti (che però non ha né la delega al Turismo né al Territorio, ndr)» e che prevede di concedere «in gestione a soggetti privati queste aree, dove i bagnanti potrebbero trovare servizi particolari, pagando un corrispettivo per utilizzare ombrelloni e sdraio. D'altro canto, nelle vicinanze resterebbero le spiagge libere, la cui pulizia e cura sarebbe di competenza dello stesso titolare di quella privata».
Hanno fatto un salto sulla sedia perché a Villa Saporiti sono in attesa, da due anni, di un piano organico sullo sviluppo del lago che il Consorzio avrebbe dovuto stilare. Hanno inviato solleciti, ma nulla si è mosso. E quindi il pensiero è stato: in due anni niente risposte alla Provincia e, intanto, il Consorzio si sta muovendo da solo?
L'ipotesi di attrezzare alcune spiagge era prevista dal piano che consentirebbe però uno studio sulle zone dove è possibile e su quelle dove è prevalente la tutela del paesaggio, oltre a garantire la trasparenza nella gestione delle concessioni (verrebbe usato lo strumento del bando).
«Non si tratta di essere contro - chiarisce il dirigente Giuseppe Cosenza - perché lo sviluppo del lago passa anche da qui. Ma si deve fare con lo strumento del piano di settore del demanio lacuale, che garantisce quanti lidi, dove e mette regole certe sulle modalità di concessione. Senza regole non è accettabile. Si deve evitare che le sponde diventino, e lo dico con tutto il rispetto, la riviera romagnola». Insomma, un no forte e chiaro a lettino selvaggio e all'assegnazione diretta di scampoli di Lario per trasformarli in una fila di stabilimenti balneari. Come Rimini. Con la differenza, però, che la riviera romagnola ha chilometri di spiagge identiche, mentre il lago di Como è formato da decine di paesini e rive ciascuna con le sue caratteristiche.
Mette decisamente il piede sul freno anche l'assessore al territorio Sergio Mina, che è categorico: «Una scelta di questo tipo si può anche prendere in considerazione, ma soltanto nell'ambito del piano di bacino di cui attendiamo a breve la consegna, visto che l'abbiamo sollecitato più volte. Se il Consorzio non intende fare il piano lo faremo noi come Provincia di Como, ovviamente in collaborazione con la provincia di Lecco». Tradotto: lettini e ombrelloni ci saranno, ma solo dopo aver stabilito esattamente in quali punti e con quali modalità. Del resto l'ultima lettera sull'argomento (inviata al presidente della Provincia Leonardo Carioni, all'assessore ai Trasporti Patrizio Tambini, al presidente del consiglio provinciale Ferdinando Mazara e a quello della commissione Territorio Giordano Minotti) è datata 9 luglio e in sintesi pone la questione della partecipazione della Provincia al Consorzio che dalla aprile del 2007 ad oggi non ha mai predisposto il piano di bacino lacuale, così come previsto. Nonostante i solleciti, infatti, non è pronto. Ecco perché nel testo viene proposto che sia direttamente la Provincia di Como a prepararlo e viene chiesto un parere per sottoporre la proposta alla commissione «anche in relazione alla partecipazione della Provincia al Consorzio». In pratica, vista l'inadempienza, Villa Saporiti intende esautorare l'organismo e valutare anche se continuare a sostenerlo.
Gisella Roncoroni

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