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Domenica 08 Agosto 2010
Lidi a pagamento, tutti divisi
Turisti contrari, sì dai gestori
«Noi qui forniamo i servizi principali, provvediamo alla ristorazione, però non possiamo pulire bene la spiaggia, non siamo autorizzati». Parole di Gaetano Poncia, gravedonese doc, gestore del chiosco che rappresenta l'unico punto di approvvigionamento per la spiaggia libera “La Serenella”...
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«Preferiamo sicuramente le spiagge libere, sarebbe terribile se dovessero privatizzare anche quelle», dicono. Lei, poi, che arriva dallo stato di Pernabuco con vista sull'Atlantico, una delle principali destinazioni turistiche del Sud America, si sorprende anche per tutte le norme che regolano una cosa tanto semplice come sdraiarsi a prendere il sole: «Anche alcune mie amiche che sono venute a trovarmi dal Brasile si sono stupite. Da noi arrivi in spiaggia e non devi fare altro che abbronzarti. Qui devi stare attento a come e quanto sei vestito, magari ti dicono che non puoi stare sull'erba, adesso vogliono anche privatizzare tutto?». «Qui tanti sono legati all'idea di spiaggia libera - dice Alessandra Rocca dalla playa@playa di Griante - In realtà solo con le privatizzazioni qualcuno sarebbe maggiormente invogliato a investire per valorizzare queste località». Le spiagge che abbiamo visto sono, comunque, tenute molto bene, anche perché chi gestisce i bar vicini si occupa, per quanto può, anche di tenere tutto pulito e in ordine, fornendo ai bagnanti piccoli ma fondamentali strumenti come posacenere e cestini mentre, visto che di spiagge libere si tratta, l'accesso è consentito a tutti e l'affitto di ombrellone e sdraio è assolutamente opzionale. «Ma non potrebbe restare tutto com'è? - domanda lapalissianamente Fabrizio Marin - Chi vuole o può spendere andrà nei lidi a pagamento, chi preferisce queste zone continuerà a venire qui».
Al. Br.
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