Un progetto per l'ex Oec
Si farà un centro commerciale

Dopo anni di abbandono, si torna a parlare della vecchia area dismessa di via Bellinzona. Presentato in Comune un piano integrato di recupero che dovrà essere vagliato dal consiglio comunale

COMO - Dopo anni di abbandono, degrado e crolli (l'ultimo un mese fa, con il cedimento di parte del tetto di uno degli stabili più vecchi, sul retro della struttura fronte strada), la ex Oec di via Bellinzona potrebbe tornare a nuova vita. Se tutto andrà come previsto, vi si insedierà un centro commerciale di medie dimensioni, 700 metri quadrati destinati ai prodotti alimentari, 1260 ai non alimentari: è quanto contenuto nella richiesta presentata nell'agosto del 2005 (ma rimasta fino a oggi congelata dalla mancanza di un documento di programmazione urbanistica) per un cosiddetto piano integrato di intervento che dovrà passare ora al vaglio del consiglio comunale.

Potrebbe trattarsi di «Iperal», catena di supermercati molto conosciuta e radicata in Valtellina: ad avere presentato domanda di apertura è, la società milanese «Sc Evolution spa», di proprietà del sondriese Antonio Tirelli, che di «Iperal» è amministratore delegato. Il suo arrivo, al 113 di via Bellinzona e nei dintorni di questa area dismessa tagliata nel cuore di un quartiere con una spiccata vocazione residenziale, è davvero attesissimo, se non altro per le condizioni allarmanti in cui versa la vecchia Oec: lo stabile è abbandonato dalla fine degli anni Novanta, quando la società, che si occupava e si occupa (anche oggi, nella risorta sede di Garbagnate Milanese) di apparecchiature elettriche lasciò definitivamente Monte Olimpino. Erano i tempi del crac Network, la galassia finanziaria con sede a Como naufragata nel 1996 - portandosi dietro, tra gli altri gioielli, anche gli hotel di Casiglio e di Pomerio - e per la quale, nel 1997, fu promossa un'azione di responsabilità per 18 miliardi di lire.

Di quella storia, e delle sentenze di condanna emesse all'inizio del 2005 (una ventina di patteggiamenti, ivi compreso quello del capofila della Network, il comasco Enzo Minutolo), per anni non sono rimasti che rovi, sterpaglie, immondizia e una preoccupazione diffusa tra i residenti. Oggi l'Oec questo è: una palestra per writers, giovani adepti della bomboletta che, durante la bella stagione, scherzano con i cancelli e i lucchetti che dovrebbero tenerli a distanza. Scavalcare è un gioco: non passa notte senza che qualcuno ci provi (e ci riesca) sia da via Bellinzona, dove una catena blocca il grande cancello blu a rotaia, sia da via Camozzi, lungo la recinzione che corre bassa davanti alla sede dell'ispettorato del lavoro.
Nei capannoni dietro alla palazzina principale, si sono moltiplicate, negli ultimi mesi, le segnalazioni di intrusioni sospette: a rischiare la ghirba, sotto queste pareti pericolanti, erose dalla muffa, dall'acqua e dai rampicanti, sono soprattutto stranieri senza tetto, che d'inverno vi trovano rifugio. È tutto a rischio crollo, come dimostrano le schede di intervento dei vigili del fuoco, che appena un mese fa, a metà luglio, vennero qui su segnalazione di un residente per il cedimento di un tetto. La tempistica per l'approvazione del progetto presentato in Comune non è prevedibile: quantomeno, però, l'ex Oec è tornata ad avere un futuro.

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Eco di Bergamo La vecchia Oec