Cantù e le sorti del Clac
<Si rischa un palababele>

La sede di via Borgonone non accoglie più la collezione Riva. Preoccupazioni per il futuro. La denuncia di Spinelli (Partito Democratico)

CANTU' Il Palababele ormai è bello che venuto giù, portandosi dietro degrado, vergogna e 20 miliardi di vecchie lire. La paura, adesso, è di finire col trovarsi a due passi dal centro cittadino un PalaClac. Ovvero che la sede del Centro legno arredo di via Borgognone si tramuti in uno scatolone vuoto, con un bilancio parecchio lungi dall'essere non attivo ma almeno in pari e che, avvicinandosi la prospettiva della messa in vendita, solletichi solo appetiti immobiliari. A interrogarsi con parecchie perplessità sul futuro del Clac è Vittorio Spinelli, capogruppo del Partito democratico, alla luce degli ultimi sviluppi. Il piano terra della sede, infatti, ormai non ospita più la collezione Riva che da anni faceva bella mostra di sé. Macchinari, attrezzi, legni pregiati. Pezzi delle più svariate epoche e provenienze che davano vita al museo del legno e che il legittimo proprietario, Maurizio Riva appunto, ora ha ripreso con sé. Come peraltro, da accordi presi molto tempo fa, era stabilito accadesse.
«Ritengo sia arrivato il momento di portare l'argomento Clac davanti al consiglio comunale – dice Spinelli – quando in luglio è stata convocata la consulta dell'economica, dopo un anno di latitanza, il sindaco Tiziana Sala garantì che prima delle ferie estive ci saremmo riuniti ancora per discutere nello specifico di questo tema. Il che non è successo». Parecchi gli argomenti che vedono oggi protagonista la società nata nel 1992 per promuovere il settore del legno arredo e che vede il Comune partecipare come socio con una quota pari al del 21,65%, visto che dopo le non poche tribolazioni del passato e del presente si pensa a un rilancio per il futuro. Ristrutturazione razionale, l'ha definita il presidente Silvio Santambrogio. Leggi nuovi obiettivi e nuova forma giuridica, per trasformare il Clac in un ente consortile senza fini di lucro, anche con lo scopo di ampliare la propria azione - puntando sull'offerta di servizi - l'area di riferimento e accogliere futuri soci. Leggi Monza e Brianza e Lecco. Senza dimenticare che il bilancio 2009 si è chiuso con una perdita di 400 mila euro, già vista come un aver limitato di danni, e che s'è deliberata da un pezzo la decisione di mettere in vendita proprio la sede di via Borgognone acquistata solo una manciata d'anni fa per un milione e 600 mila euro.  L'obiettivo principale ora, però, è la promozione dell'edizione numero zero del Festival del design, in programma dal 15 ottobre al 13 novembre. Evento sul quale si punta moltissimo, per cercare riportare la più vasta attenzione possibile sul design, la punta di diamante della produzione locale. Iniziativa importante, ma che non esaurisce certo il discorso relativo alle sorti del Clac, secondo Vittorio Spinelli: «Oramai non è altro che un involucro vuoto – dice – penso al Palababele, appena demolito, e non vorrei che questo diventasse un altro esempio di fabbricato dalla fine piuttosto ingloriosa. Chi ha condotto il Clac fino a questo punto è ancora lì, non ottiene risultati e non dà risposte. Il Clac – prosegue il capogruppo del Pd – muore per mancanza di ossigeno, tra l'indifferenza da una parte e i proclami dall'altra. Ed è arrivato il momento che ci si confronti seriamente su questo, al di là dei festival che saranno».

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