Cantu, nel nuovo Pgt
spunta un mini cimitero

A Mirabello, nei disegni dello strumento urbanistico, appara un cimitero che però appare assolutamente minuscolo: sarebbe meno di un quarto di quello di Cascina Amata. Sul fronte del collegio De Amicis, si vuole trasformare l'area in un polo d'eccellenza

CANTU' La Cantù del futuro? Una città viva. O meglio, dei vivi. Non dei morti, visto che gli attuali cimiteri sono al completo e quello nuovo previsto a Mirabello, sulla carta, appare minuscolo. A essere particolarmente vivace, poi, il comparto edilizio, visto che tra nuovi insediamenti e riconversioni dalle molteplici possibilità, l'incremento nel numero di abitazioni e di strutture commerciali si preannuncia consistente.
Prende corpo - o meglio visibilità - un pezzetto alla volta, il piano di governo del territorio. Corpo che ancora ha la forma di una bozza e che, visto il rincorrersi delle nuove versioni, potrebbe ancora cambiare. L'ultima puntata dell'infinito affaire pgt, sul fronte della consegna della documentazione ai consiglieri comunali, è di un paio di giorni fa. Altro aggiornamento, stavolta datato 15 settembre, per il piano dei servizi, sulla base delle indicazioni del piano delle regole. Compare quindi, proprio per quanto riguarda il piano dei servizi, anche la relazione illustrativa, oltre alla cartografia. Si conferma latitante, invece la Vas, la valutazione ambientale strategica.
Nella relazione di cui sopra si passa in rassegna la dotazione cittadina per quanto riguarda tutti gli ambiti dei servizi. Particolarità che salta all'occhio, quella relativa ai cimiteri. Necessario individuare un'area allo scopo, e anche con una certa urgenza data la saturazione degli esistenti, e – oltre all'ampliamento previsto al camposanto di Vighizzolo – la si trova in via Palestrina a Mirabello, a ridosso del grande insediamento produttivo previsto. Nuovo cimitero piccino davvero: in tutto 575 metri quadrati (24 metri per 24), meno di un quarto di quello di Cascina Amata. Senza contare che si renderà necessario creare adeguata viabilità per raggiungerlo.
Punto forte della programmazione per quanto riguarda il verde pubblico, la creazione del famoso parco delle cascine, il plis, anche se le normative che disciplineranno la gestione delle cascine in questione se da una parte affermano di azzerare o quasi la possibilità di ampliarne le volumetrie dall'altra lasciano aperta una porta che potrebbe essere un portone, visto che queste potranno essere recuperate anche per funzioni sociali – dall'agriturismo alla club house tipica dei golf – e si rimarca che l'ente gestore delle cascine, il Comune, potrà «differenziare e calibrare attentamente tali interventi con specifico riferimento alle caratteristiche dell'edificio».
Tornando in centro città, nulla si accenna al trasferimento della sede della <+G_NERO>polizia locale<+G_TONDO> all'interno dell'ex convento delle benedettine, il progetto che s'intende realizzare con i 2 milioni e rotti arrivati dal ministero dell'Intero, mentre s'accenna al trasloco della Croce rossa e dei vigili del fuoco in via San Giuseppe e all'ampliamento della caserma dei carabinieri in via Manzoni.
Sul fronte dell'ex collegio De Amicis, paiono valere le perplessità destate dalla questione cascine. Tutelato in maniera fin troppo rigorosa in cartografia – prevista esclusivamente la manutenzione - si legge però nella relazione che «gli interventi di ristrutturazione e di nuove costruzioni dovrebbero tendere alla creazione di un polo di eccellenza se possibile a livello universitario».
Ad abbondare, nella città dipinta dal pgt, sono poi le aree relative ai cosiddetti ambiti industriali, artigianali e commerciali con possibilità di riconversione, ovvero aree dove oggi insistono fabbricati produttivi per i quali si vuole agevolare il trasferimento e che potranno diventare residenze, negozi di vicinato, bar o ristoranti. Un paio di esempi tra i molti, in via Battisti e tra via Milano e via Borgognone, ma spunta anche, insospettabile, la sede della Cassa Rurale e artigiana in corso Unità d'Italia. Non è tale, invece, un grosso comparto come quello della ex De Baggis, che quindi dovrebbe mantenere funzione produttiva o al massimo commerciale. E non è tale la ex Roncoroni, che di questa specificazione non ha però bisogno, visto che la riconversione in un supermercato già la prevede.

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