Como, il delitto in armeria
All'asta pistole e fucili

Ci sono pistole, fucili e munizioni che sono tuttora nelle vetrine blindate dell'armeria Arrighi di Como. In particolare sono quattro differenti i lotti dell'asta fissata per l'11 novembre. L'asta è un passaggio obbligato, per far fronte ai numerosi debiti lasciati dall'ex consulente della procura.

COMO All'asta le armi di Alberto Arrighi. Paola Parlati, il giudice delegato al fallimento personale dell'armiere di via Garibaldi in cella ormai da sette mesi con l'accusa di omicidio premeditato e occultamento e distruzione del cadavere di Giacomo Brambilla, ha fissato per l'undici novembre prossimo l'asta nella quale saranno messe in vendita le pistole, i fucili e le munizioni che sono tuttora nelle vetrine blindate dell'armeria Arrighi. In particolare sono quattro differenti i lotti dell'asta per i quali gli interessati (obbligatoriamente muniti di porto d'armi) potranno presentare formalmente un'offerta d'acquisto. Ad avviare la procedura di fallimento di Alberto Arrighi e della sua armeria erano stati gli stessi legali dell'armiere, Ivan Colciago e Francesca Binaghi.
L'asta è un passaggio obbligato, per far fronte ai numerosi debiti lasciati dall'ex consulente della procura reoconfesso di aver ucciso, con tre colpi alla testa, l'aspirante socio in affari Giacomo Brambilla. Un delitto, ma soprattutto un post delitto, efferato, con Arrighi che, assieme al suocero Emanuele La Rosa, ha orrendamente mutilato il corpo della vittima e fatto ritrovare la testa nel forno della pizzeria La Conca d'oro di Senna Comasco.

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