Indagini sul cervello
di Stefania Albertani

Cirimido: la ragazza, 28 anni, è accusata dell'omicidio della sorella, Maria Rosa. Guglielmo Gugliotta, 71 anni, avvocato e psicolog spiega quale sarà il percorso di accertamenti neurologici non tradizionali al quale il pool di docenti universitari sottoporrà nei prossimi mesi la giovane per verificare la sua capacità di intendere e di volere.

CIRIMIDO «Il fine non è solo quello di sondare la mente ma anche il cervello» e il cervello in questione è quello di Stefania Albertani, 28 anni, accusata dell'omicidio della sorella, Maria Rosa. Guglielmo Gugliotta, 71 anni, avvocato e psicologo, è un precursore delle neuroscienze applicate all'attività forense e spiega quale sarà il percorso di accertamenti neurologici non tradizionali al quale il pool di docenti universitari sottoporrà nei prossimi mesi la giovane di Cirimido per verificare la sua capacità di intendere e di volere.
«L'avvocato Gerardo Spinelli di Como - sottolinea il professore Gulotta, docente di psicologia giuridica all'università di Torino - mi ha chiesto di affiancarlo nella difesa di Stefania Albertani. Ho accettato in virtù del grande interesse psicologico che questa complessa vicenda riveste. Allo stato attuale, siamo di fronte a una perizia che ha dichiarato l'imputata capace di intendere e volere ma io, con l'avvocato Spinelli, intendo sottoporla a una consulenza tecnica di parte non solo con indagini tradizionali, con test e colloquio, ma anche per mezzo di indagini di carattere neuropsicologico, legate alle neuroscienze».
Per effettuare questa nuova perizia, il collegio difensivo di Stefania Albertani si avvarrà di due consulenti, il professor Giuseppe Sartori dell'università di Padova e il professor Pietro Pietrini. «Nonostante il parere positivo che era stato espresso dal pm - tiene a precisare Gulotta - il giudice per le indagini preliminari per ora ha consentito ogni opportuna indagini che possa effettuarsi all'interno del carcere ma non ha concesso la possibilità che la Albertani venisse sottoposta a un'indagine come la risonanza magnetica funzionale che non può essere effettuata in carcere ma in ospedali attrezzati. I nostri periti, con la professoressa Georgia Zara, nei prossimi giorni inizieranno le attività che per ora verranno consentite su Stefania Albertani».

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