Processo di Calciopoli
C'è un teste comasco

Ci sarà anche il giornalista Riccardo Bianchi tra i testimoni del processo di Calciopoli, che riprende venerdì 1 ottobre a Napoli. Era stato lui a sorteggiare gli abbinamenti tra arbitri e partite di calcio di un turno di campionato finito nel mirino della procura

Como - La lunga attesa è terminata: venerdì 1 ottobre riprende a Napoli il processo più atteso dagli sportivi, quello di Calciopoli. E cosa c'entra Como in tutto questo? Semplice, uno dei testi chiave è un giornalista, il nostro collega Riccardo Bianchi. È stato lui infatti, nel maggio del 2005, ad estrarre dall'urna di Coverciano gli abbinamenti tra le partite del turno di campionato e gli arbitri chiamati a dirigerle. Un sorteggio «pilotato» in base all'accusa, con gli inquirenti che proprio quel sorteggio lo avevano filmato, utilizzando due carabinieri in borghese, muniti di videocamera. Sorteggio «più che limpido» invece, secondo l'opinione degli avvocati difensori di uno dei due designatori arbitrali di allora, Paolo Bergamo. È stato il suo collegio di difesa a convocare sul banco dei testimoni Riccardo Bianchi, il quale a suo tempo aveva anche raccontato sul giornale ciò che era accaduto, fin dal principio, cioè da quando era stato chiamato in quanto rappresentante dell'Ussi (Unione stampa sportiva italiana) per estrarre dall'urna i nominativi dei fischietti per la giornata si serie A e B. Mai si sarebbe immaginato, cinque anni dopo, di essere chiamato a testimoniare in un processo penale. Ma cosa ricorda Bianchi di allora? C'erano state irregolarità? Qualcuno gli aveva detto cosa fare o lo aveva in qualche modo pilotato? «Assolutamente no» ribadisce oggi il giornalista, che ha anche un passato da arbitro.

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