Mariano, droga nell'offcina
scarcerati i due fratelli

Non ci sono le prove sufficienti che li colleghino all'eroina trovata nel paraurti di un camion: quel mezzo era stato affittato ad alcuni albanesi, e i due marianesi non erano a consocenza di quanto stavano facendo gli extracomunitari nel deposito di via del Vettero, al confine con Cascina Amata

MARIANO COMENSE Quel chilo e mezzo abbondante di eroina non sarebbe loro. O meglio, non ci sono prove che colleghino i due fratelli marianesi Enrico e Giovanni Morellini, rispettivamente 45 e 53 anni, alla sostanza stupefacente ritrovata nel paraurti di un camion parcheggiato nella loro officina E4a di via del Vettero, a Mariano, ma a pochi metri dal confine con Cascina Amata.
In realtà, pare che il camion fosse stato affittato dai fratelli Morellini, in particolare da Enrico, ad alcuni albanesi, ma - secondo quanto dichiarato in sede di interrogatorio, alla presenza anche del loro avvocato difensore Raffaele Bacchetta - non si sapeva che cosa facessero con quel mezzo di trasporto. Su un altro mezzo pesante, anche questo affittato agli albanesi e poi lasciato nel deposito di via Del Vettero, era stato realizzato il laboratorio per la realizzazione della sostanza stupefacente. Ma anche in questo caso non ci sarebbero elementi concreti che colleghino i due fratelli Morellini al gruppo di albenesi che avevano anche le chiavi del lucchetto del cancello dell'officina: questo permetteva loro di accedere al deposito - e quindi ai due camion - anche in orario notturno, senza che nessuno sapesse dei loro spostamenti. Elementi che hanno portato il Pm Mariano Fadda a chiedere la revoca della custodia cautelare. E ieri il gip Luciano Storari ha accolto la richiesta.

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