Tessile, i disegnatori
cambiano "pelle"

Negli ultimi dieci anni sono spariti dalla filiera serica comasca una cinquantina di studi: nel 2000 erano 182, sono scesi a 132

Bruno Boggia èil decano dei disegnatori tessili comaschi, 83 anni pieni di grinta ed entusiasmo. Ogni giorno in prima linea, anche se dal ‘75 «sono in società con mia figlia Lucia». Una passionaccia per il mestiere da farlo alzare ancora di notte a dipingere. Per stare al passo, ha imparato anche il web design. «Un'apertura inevitabile in un mondo sempre più tecnologico e industrializzato. I nuovi strumenti non devono però svilire la nostra professione, si deve usare il video come se fosse un pennello in modo da spingere la creatività oltre il tradizionale>.
Alla vigilia di Comocrea, il salone del textile design che lunedì 25 e martedì 26 riunirà a Villa Erba il fior fiore degli operatori, le parole di Boggia offrono interessanti spunti di riflessione sul settore, che ha subito un notevole ridimensionamento. Secondo i dati di Confartigianato, negli ultimi dieci anni sono spariti dalla filiera serica una cinquantina di studi: nel 2000 erano 182, sono scesi a 132. Per lo più micro realtà, si contano sulle dita di una mano quelle strutturate con più di dieci addetti. Colpa della crisi, dei capricci della moda, ma anche di mancati investimenti e proposte standardizzate.

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