Tra monete e documenti
un'inedita Unità d'Italia

All'Hotel Palace di Como, sabato 30 ottobre, verranno proposti cimeli provenienti dalla Sicilia, a cura del Circolo culturale "Pirandello".

di Federica Dato

Un tuffo nella storia d'Italia, grazie al Circolo culturale «Pirandello». Sabato 30 ottobre alle 19, al Palace Hotel di via Lungo Lario Trento, a Como, approderanno documenti originali capaci di raccontare retroscena e fascino di quei giorni. Dalla carta bollata che ha sancito l'introduzione di monete di bronzo e argento nei mercati siciliani, in sostituzione di quelle d'oro finite nelle casse del Regno di Sardegna, a quella in cui Vittorio Emanuele si è proclamato re d'Italia.
Un percorso in cui si leggono le trame politiche di Cavour, chiarite dalle firme in calce su atti che di fatto hanno cambiato i destini di molti. E la visione di ciò che si è imparato a scuola cambia, mentre prende forma un altro racconto. Il Regno delle due Sicilie era composto prevalentemente da autonomisti, Cavour lo sapeva bene e per ottenere l'unità ha insediato il Consiglio nazionale di Stato. Il 19 ottobre 1860, come si legge dal cartaceo originale, lo ha infine composto con i più noti e rispettati autonomisti siculi, impegnati nel dar vita al documento che, in vista della fusione, avrebbe tutelato l'autonomia siciliana. Ma negli stessi giorni (anche di questo c'è testimonianza) venne reso noto che il plebiscito popolare per l'unita, per un'Italia “unica e sola”, sarebbe stato anticipato dal 2 dicembre al 21 ottobre 1860. I cittadini andarono così a votare, spinti anche dagli autonomisti conviti che il documento che il Consiglio nazionale di Stato stava redigendo li avrebbe tutelati. Lo statuto venne  approvato solo il 10 novembre dello stesso anno. Ma il plebiscito era avvenuto prima di quella data, e le condizioni da quel momento potevano essere dettate unicamente Vittorio Emanuele. L'Italia è fatta. Con buona pace degli autonomisti. Ma i carteggi presentati durante la serata «Centocinquant'anni d'Italia», di cui saranno ospiti Guglielmo Moncada di Monforte, storico, collezionista e ricercatore, e Antonio Marino, vicedirettore de "La Provincia", non si fermano qui. Raccontano anche di ciò che seguì l'unità. Di come le leggi del Regno di Sardegna furono allargate a Emilia, Toscana, Regno di Napoli e delle due Sicilie (l'atto è datato 31 gennaio 1861). E ancora testimoniano poteri, discese in campo e equilibri politici. Materiale eccellente che con leggerezza fotografa la nascita dell'Italia d'oggi. L'ingresso è libero.

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