Ferlaino, da Napoli a Lugano
Un tesoro di 40 milioni

Napoli, Lussemburgo, Lugano. Non dovrebbe essere stato difficile, per l'ex patron del Napoli Corrado Ferlaino, trasportare una quarantina di milioni di euro fin sulle sponde del Ceresio, sfilandoli agli appetiti del fisco italiano e, soprattutto, sottraendoli al rischio di un coinvolgimento nella procedura fallimentare del Calcio Napoli

COMO - Napoli, Lussemburgo, Lugano. A raccontarla così, come la spiega il settimanale ticinese Il Caffé, non dev'essere stato difficile, per l'ex patron del Napoli Corrado Ferlaino, trasportare una quarantina di milioni di euro fin sulle sponde del Ceresio, sfilandoli agli appetiti del fisco italiano e, soprattutto, sottraendoli al rischio di un coinvolgimento nella procedura fallimentare del Calcio Napoli.

Si tratta di azioni, di valori immobiliari, di attività finanziarie la cui esistenza è stata resa pubblica nelle ultime ore ma che già da qualche mese è nel mirino dell'Ufficio federale svizzero che indaga sul riciclaggio di denaro sporco. L'operazione che ha "attratto" le autorità cantonali, è quella che ha consentito all'ex patron del Napoli, l'uomo che nel 1984 portò Maradona in Italia, di convertire la Fesbo - una società attiva in Lussemburgo fino all'estate del 2007 - prima in una seconda società che la assorbì per intero a Lugano (la Tetide), quindi in un trust denominato King che, sempre tre anni fa, consentì all'imprenditore partenopeo di liberarsi di tutto quel patrimonio a favore dei suoi cinque figli. Oggi, nel trust King, confluirebbero denaro, partecipazioni societarie e armatoriali, azioni, rendite di palazzi, di alberghi e di ville. Il King, sempre secondo quanto scrive Il Caffé risulta essere gestito da una società panamense, la Delmey Holding, e dalla stessa società luganese Tetide. Sui giri di Ferlaino e sul suo patrimonio d'oltreconfine, faranno eventualmente luce gli investigatori ticinesi: non c'è nulla che li renda direttamente riconducibili al crac del Napoli, ma è evidente che qualche interesse, anche da parte delle autorità italiane, tutti quei soldi finiranno per suscitarlo.

La sentenza per il fallimento della squadra resa celebre da Maradona, risale allo scorso mese di febbraio, quando Corrado Ferlaino, oggi ottantenne, rimediò tre anni di reclusione, insieme a Giorgio Corbelli, altro ex numero uno, condannato però a tre anni e sei mesi. Ferlaino prese la guida del Napoli alla fine degli anni Sessanta, subentrando alla famiglia dei Lauro, storici armatori partenopei: nel 2002 se ne andò cedendo tutto a Corbelli, cui subentrò poi Salvatore Naldi. Il fallimento è del 2004: la squadra fu rilevata dal produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis, che ne è l'attuale proprietario.

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