Bancarotta, truffa e falso
Promotori finanziari nei guai

Sono i rappresentanti e i responsabili della società Ibs Forex, nei confronti dei quali la Procura ha chiesto e ottenuto sette ordinanze di custodia, eseguite dalla guardia di finanza di Como. Secondo l'accusa, sono almeno 1300 i risparmiatori truffati

COMO - Prometteva lauti guadagni a fronte di investimenti nel settore del mercato delle valute estere. Peccato però che fosse tutto falso e che a rimetterci siano stati oltre 1300 ignari risparmiatori (sia privati cittadini che enti pubblici, tra cui la Provincia regionale di Palermo) che, a fronte di complessivi investimenti per quasi 90 milioni di euro, hanno visto andare in fumo circa 60 milioni di euro per lo più frutto dei risparmi di una vita.
È quanto emerso dalle investigazioni condotte dalla guardia di finanza sul caso della "Ibs Forex", finanziaria con sede a Como per la quale sono state da poco eseguite 7 ordinanze di custodia cautelare (di cui 3 in carcere e 4 ai domiciliari) nei confronti di altrettanti responsabili della società (rappresentanti legali, direttore generale, capo team gestione e l'intero collegio sindacale).

I reati contestati sono bancarotta fraudolenta, truffa aggravata e falso in bilancio che hanno portato la Ibs Forex spa al fallimento su richiesta del pm ed alla sua cancellazione dall'albo degli operatori finanziari ad opera della Banca d'Italia. E' stato accertato che la cospicua rete dei promotori finanziari approcciava i potenziali clienti proponendogli forme di investimento che gli avrebbero reso eccezionali guadagni, in assoluta controtendenza ai negativi 2 andamenti del mercato di quel momento; tutti gli investimenti avvenivano nel settore delle valute per il tramite esclusivo di broker esteri (uno danese, uno svizzero ed uno inglese). Alcuni risparmiatori (per lo più la minoranza), nel momento in cui vedevano di aver realizzato un buon guadagno (anche se solo sulla carta), ne chiedevano l'immediata monetizzazione ed in tal caso la finanziaria, per non destare alcun sospetto, provvedeva tempestivamente. Nella maggior parte dei casi, invece, i risparmiatori, vedendo che il proprio rendimento stava andando oltre ogni più rosea previsione (sebbene tutto falso), erano ulteriormente allettati ad investire cifre ancora maggiori senza sapere che, in realtà, non le avrebbero più riviste.

I promotori inoltre, periodicamente, consegnavano agli investitori dei falsi report dai quali si poteva desumere che l'andamento dei propri investimenti era, di fatto, sempre in linea con le loro aspettative. Il giocattolo ha incominciato a rompersi quando la amministrazione provinciale di Palermo ha fatto una richiesta di disinvestimento parziale di 15 dei 30 milioni di euro investiti che la Ibs, ovviamente, non è stata in grado di soddisfare, poiché le proprie casse già erano state svuotate da tempo. Le indagini hanno altresì evidenziato la totale assenza delle forme di controllo interno della società, con gravi responsabilità del collegio sindacale che è stato interamente colpito dal provvedimento restrittivo. Sono infine al vaglio le posizioni della rete degli oltre 110 tra promotori e procacciatori d'affari.

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