«Meno mostre, più tetti»
Monumenti a rischio crolli

Alberto Artioli critica la scarsa attenzione del Comune di Como per alcuni edifici storici cittadini, in particolare l'ex chiesa San Lazzaro e la Torre Pantera. «Siamo ai limiti. L'ex chiesa si sta degradando e l'eventuale crollo è quasi annunciato...»

COMO «Meno mostre, più tetti». Una "battuta", come dice il soprintendente ai beni paesaggistici e architettonici della Lombardia, Alberto Artioli, che sottindende una critica all'attenzione del Comune di Como per alcuni edifici storici cittadini. Si riferisce, Artioli, in particolare all'ex chiesa di San Lazzaro e alla Torre Pantera.
Se i riflettori su questi due monumenti, già interessati da crolli parziali, e quindi ad alto rischio, si sono riaccesi dopo che a Pompei è andata in briciole la Casa dei gladiatori, il soprintendente tiene a rimarcare una differenza sostanziale tra la realtà comasca e quella pompeiana. «Il problema di Pompei, e il più generale allarme per i nostri beni culturali, dipende dal fatto che spesso abbiamo a che fare con edifici di centinaia di anni. La loro manutenzione è difficile e può succedere il crollo non pensato». Ben diversa la situazione di San Lazzaro: «In questo caso - osserva Artioli - sappiamo che siamo ai limiti. L'edificio si sta degradando e l'eventuale crollo è quasi annunciato...».
Va detto, a difesa del Comune, che l'ex chiesa trecentesca e l'annesso lazzaretto del 1100 non sono proprietà pubblica, ma privata, dei signori Torri e Prosdocimi, titolari del negozio di elettrodomestici Cart di via Napoleona, ormai chiuso da tempo. Ma è vero anche che la stessa Soprintendenza, quando sette anni fa esatti crollò il tetto dell'ex chiesa, sollecitò Palazzo Cernezzi a effettuare una permuta con i proprietari per poter intervenire con fondi pubblici. A gennaio del 2004 Artioli fece montare una copertura provvisoria, costata 60mila euro, e lasciò lì i ponteggi per diversi mesi pensando che la ristrutturazione potesse partire da un momento all'altro. «Stiamo ancora in stand-by - dice l'architetto -. Non ho più saputo nulla. Avevamo fatto un intervento d'urgenza, presumibilmente utile per evitare crolli a seguito delle piogge e delle nevicate che ci sono state. E avevamo anche istituito un vincolo di rispetto: volevano costruire dei condomini nelle vicinanze e li abbiamo fatti allontanare». Il Soprintendente conta di tornare sul tema: «Abbiamo scritto delle lettere e ne faremo altre. Ma andando per avvocati non si salvaguarda il patrimonio. È fondamentale, invece, che comune e proprietari trovino un accordo». Il Comune, di fronte a quello che il soprintendente definisce un crollo annunciato, potrebbe intervenire a proprie spese e mandare il conto a Torri e Prosdocimi. «La normativa - conferma Artioli - dice che in casi come questo il pubblico si sostituisce al privato. Ma, in tempi di crisi economica, è un'utopia».
Su Torre Pantera, il soprintendente ricorda che «anche lì avevamo messo una copertura provvisoria», ma risale a tre anni fa. Non sa che il 28 ottobre è volata via. «Non mi hanno avvisato - dice Artioli -. Spero che il Comune abbia adottato le misure per risistemare e mettere in sicurezza l'immobile». A qualche "uomo della strada", potrebbe sembrare accanimento terapeutico, considerando proprio i tempi di crisi, quello su due edifici semicrollati e vuoti da tempo. «Su questo non si discute - ribatte Artioli -.  San Lazzaro è un edificio di assoluto valore architettonico e storico per la città di Como. Rappresenta uno dei punti di evoluzione e di crescita ed è parte di un percorso medievale, che dal Baradello passa per San Carpoforo e Sant'Abbondio». In quanto a Torre Pantera «è un elemento fondamentale del centro cittadino». «Faccio io una provocazione - aggiunge il soprintendente -: meno mostre, più interventi di restauro». «C'è molta attenzione per gli eventi e le manifestazioni -  spiega Artioli -, poca per le operazioni strutturali, quelle che creano cultura a lungo termine».
Pietro Berra

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