Il ministro Brunetta
e il corvo più tonto del mondo

Lettera anonima sui vigili comaschi recapitata al Lido di Venezia: ma l'indirizzo non è quello giusto

C'è un "corvo" un po' tonto in città, probabilmente in Comune, molto bene informato sulle malefatte dei vigili urbani (presunte malefatte, si intende) ma molto meno ferrato in materia di indirizzi.
Ieri mattina, il gentilissimo signor Alberto Brunetta, veneziano con residenza al Lido di Venezia, ha ricevuto una lettera anonima, che il "corvo" di turno aveva chiuso in una busta intestandola a suo padre Alessandro («mancato 15 anni fa», precisa lui), avendolo evidentemente scambiato per il più noto Renato, ministro della Funzione pubblica, veneziano. «Divertente», racconta il destinatario della lettera, che con il ministro spartisce soltanto il cognome e che, all'inizio, ha pensato a una qualche multa rimediata dal padre da queste parti, chissà quanti anni fa. No, la missiva è un lungo elenco di accuse anche pesanti rivolte nei confronti degli agenti della polizia locale, dal caso Rumesh - il giovane di origini cingalesi ferito gravemente nell'aprile del 2006 - ad altri episodi inediti più recenti, presunti e oggettivamente ben poco verosimili. L'obiettivo del corvo era, evidentemente, quello di "soffiare" al ministro, noto per la sua rigidità e per il suo puntiglio, il quadro di una situazione che dev'essergli sembrata allarmante: si succedono aggettivi roboanti («scandaloso», «esorbitante», «vergognoso»), si invocano soluzioni drastiche, si chiede al ministro di «allontanare dall'amministrazione coloro che al posto di occuparsi degli incarichi assegnati» si dedicano ad altre attività con fini diversi da quelli istituzionali, si fa cenno a una serie di segnalazione inviate dai cittadini scandalizzati, armati di cineprese e macchine fotografiche. La lettera del "corvo" è firmata niente meno che da «I giornalisti del quotidiano La Provincia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA