Arianna Errigo si confessa
"Oro a Londra, poi l'amore"

Arianna Errigo, campione del mondo di fioretto a squadra e comasca di adozione, in visita al nostro giornale, alla domanda "E' meglio trovare l'uomo “giusto” o vincere le Olimpiadi di Londra", risponde senza esitare: «Prima vinco l'oro olimpico e poi trovo la persona giusta…»

Se volete fare la corte ad Arianna Errigo, la dovete prima portare in un ristorante etnico - «Adoro la cucina giapponese» - , poi al cinema - «Ma non a vedere un film horror, non voglio uscire dalla sala agitata» - , infine in discoteca, «Amo ballare, ma non lo faccio spesso, mi capita soprattutto conclusa la gara». Ma non invitatela prima dell'estate del 2012, non verrà… Alla domanda "E' meglio trovare l'uomo “giusto” o vincere le Olimpiadi di Londra", risponde senza esitare: «Prima vinco l'oro olimpico e poi trovo la persona giusta…».
Single per scelta, la ventiduenne “carabiniera” della Comense ci è venuta a trovare in redazione - reduce dai Mondiali parigini di una settimana fa - con le due medaglie vinte, l'oro a squadre e l'argento nella prova individuale (sconfitta dalla connazionale, nonché amicissima, Elisa Di Francisca). «Anche se avrei preferito che fossero entrambe dello stesso colore…».
Ci proverà a Catania l'anno prossimo, quando, dopo il bronzo in Turchia di un anno fa e l'argento in Francia, tenterà di conquistare in Sicilia la medaglia del metallo più pregiato. «E con un anno in più d'esperienza ce la potrei fare. Punto sempre a vincere, non mi piace perdere. Ed essere sconfitta in finale o nei “trentaduesimi”, non fa differenza…».
Arianna è fatta così, diretta e determinata. La stessa determinazione, assieme alla creatività, che esibisce in pedana. E in cucina. «Mi piace la cucina creativa, giocare con gli ingredienti e sperimentare. Anche se di tempo per stare dietro i fornelli ne ho a disposizione poco». A Como, nella palestra Negretti di via dei Partigiani, ci viene dal 2003. Avanti e indietro da Muggiò - vicino a Monza - prima accompagnata dai genitori e da un paio d'anni “autosufficiente”.
Il tuo rapporto con Como… «Como mi piace. Come Monza, anche se non le vivo molto. Ma in più Como ha il lago… Anche se non c'è un vero e proprio rapporto con la città. Ci faccio un po' di shopping e frequento, soprattutto, i ristoranti giapponesi. La Comense, peraltro, mi ha messo a disposizione dei locali al Don Guanella, per non macinare troppi chilometri durante la giornata, ma alla sera torno a casa». Da papà Marco, mamma Pina e dalla sorella Giada, di cinque anni maggiore, con la quale va in vacanza e al cinema.
Mentre il rapporto di Como, e delle sue Istituzioni, vivrà con Arianna un momento significativo questa domenica, quando la schermitrice nerostellata verrà premiata nella Sala Bianca del Teatro Sociale per i suoi brillanti risultati.
Il tuo rapporto con Bortolaso… (il tecnico mestrino della Comense che fa altresì parte dello staff della nazionale azzurro di fioretto, ndr) «E' bellissimo. Mi piace la sua umiltà, che non è facile da ritrovare nel nostro ambiente ed è buono, anche troppo a volte... E poi il nostro rapporto esula dalla scherma, anche perché passiamo tantissimo tempo assieme. In lui, poi, rivedo la figura di Giuseppe Davidde, il mio primo maestro nella sala schermistica monzese». Con cui iniziasti a sei anni…
«Fino agli undici anni è stato la mia guida, poi è andato in pensione, ma col suo successore non mi sono trovata bene. Ho cercato altrove e ho conosciuto Giovanni».
Hai dei riferimenti sportivi. «La Isinbayeva è una grande (l'astista russa, ndr). E poi mi piace la velocità. Valentino Rossi è intoccabile, ma mi rivedo in Lorenzo, che l'anno scorso era lì li per battere Vale e poi cadeva o gli succedeva qualche altra “disgrazia”…».
Un po' come è successo ad Arianna a Parigi, quando è riuscita a sconfiggere in semifinale un “mostro sacro” come la Vezzali - con la quale aveva sempre perso negli appuntamenti importanti - e questa volta non solo ha prevalso ma le ha anche inflitto un parziale di 10 a 0 che la campionessa jesina, per sua ammissione, non dimenticherà tanto facilmente. Alcune tue colleghe, come la stessa Vezzali e la Granbassi, sono apparse in televisione, ma non come ospiti. «La mia priorità adesso è la scherma, ho solo 22 anni, non escludo che in futuro possa anch'io tentare la “carriera” televisiva». Nell'attesa, Arianna è gia (quasi) concentrata sul 2011. «Oltre ai Mondiali in Italia, voglio far bene in Coppa del Mondo. L'ho vinta nel 2009, al mio primo anno nella categoria assoluta, ma quest'anno - per motivi diversi - è andata male. Ho sbagliato l'approccio, ho iniziato la preparazione tardi e in più mi sono fatta male». L'intervista è finita. Arianna è attesa in Comense. «Ci passo per salutare, non per mostrare le medaglie. Quelle le ho portate per le foto al giornale…». Oltre che brava, modesta.
Giovanni Denti

© RIPRODUZIONE RISERVATA