Consorzio del Lario: "scatola"
da un milione all'anno

Soldi gettati nel lago. Più di un milione di euro l'anno per il costo della scatola "Consorzio del Lario e dei laghi minori", nata il 27 febbraio del 2004 dopo il trasferimento alle Province e ai Comuni delle competenze per la valorizzazione del cosiddetto demanio lacuale. E l'inchiesta di Como continua

COMO - Più di un milione di euro l'anno per il costo della scatola "Consorzio del Lario e dei laghi minori", nata il 27 febbraio del 2004 dopo il trasferimento alle Province e ai Comuni delle competenze per la valorizzazione del cosiddetto demanio lacuale. Il dato emerge dal bilancio di previsione del 2010 tenendo conto del maxi taglio alle indennità degli amministratori così come previsto dalla legge (dallo scorso giugno ad esempio il compenso del presidente è passato da 1200 mensili netti a un gettone di 30 euro a seduta del cda) e considera, tra l'altro, i 10mila euro per l'acquisto di "beni di consumo e materie prime", i 446mila euro per il personale, 18mila euro per l'acquisto di "beni di consumo e materie prime", i 641mila euro per prestazioni di servizi.
La scatola ha il compito di gestire 200 chilometri di coste, incassando i canoni (circa 3 milioni e mezzo di euro l'anno che versa alla Regione che, a sua volta, ne restituisce una parte al Consorzio) per poi realizzare investimenti che i singoli comuni da soli non potrebbero permettersi. Lusardi cita «gli attracchi per le barche», ma anche la «passeggiata a lago a Vercana». Nel 2009 per incarichi (consulenze) sono stati spesi quasi 26mila euro (18mila per una consulenza legale, 2.400 per l'addetto stampa e 5mila per consulenza per le gare dei lavori pubblici) mentre nel 2010 gli incarichi sono sali a quasi 32mila euro (quasi 14mila per consulenza legale, 7.200 euro per l'addetto stampa, 5.600 euro per la legge 626 e 5mila per la consulenza per gare dei lavori pubblici).
La storia del Consorzio, almeno per quanto riguarda il ramo comasco (38 Comuni), si intreccia con Villa Saporiti e con le polemiche che, l'estate scorsa, hanno interessato tutto il lago scaturite dalla proposta del presidente Luigi Lusardi di "privatizzare" le spiagge mettendo lettini, ombrelloni e dandole in concessione. Tutto il lago, ma non i capoluoghi, visto che né Como né Lecco ne fanno parte. Proposta che ha sollevato un vespaio con lo slogan «no alla riviera romagnola sul Lario». Ma non solo. La commissione Territorio dell'amministrazione provinciale aveva messo sul tavolo anche gli investimenti del Consorzio. Nel mirino era finita la scelta di effettuare il primo grande investimento (da 2 milioni) di euro non sul lago di Como, da dove viene riscossa la maggioranza dei canoni, ma per il centro remiero sul lago di Pusiano. A Villa Saporiti, poi, tiene banco ancora il mistero del piano che il Consorzio avrebbe dovuto realizzare già da tempo. «È stato deciso - aveva detto al termine dell'ultimo vertice la deputata del Pd Chiara Braga, che è anche consigliere provinciale - che la priorità è quella del piano, visto che andava consegnato nel 2008. Le perplessità sono dovute a questo ritardo, visto che era un compito chiaro e preciso del consorzio». Ma del piano che avrebbe dovuto contenere l'elenco degli obiettivi da realizzare ancora non c'è. A sei anni dalla creazione del consorzio che, ora, Villa Saporiti vuole abbandonare.
Gisella Roncoroni
Paolo Moretti
5.continua

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