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Martedì 07 Dicembre 2010
Babbo Natale mostra
i suoi mille volti
È giovane, è vecchio, è alto e magro, è basso e grasso, è bianco, è rosso, è biancorosso ma anche verde, lilla, dorato, trasparente come il cristallo. È un musicista, va in moto e in automobile oltre che in slitta, è un acrobata, è così appesantito che sembra che non si possa muovere. È di legno, di cotto, di coccio, di terracotta, di gesso. È sempre diverso ma è sempre lui: è San Nicola, Sinterklaas, Zwarte Piet, le Père Fouettard, insomma, è Babbo Natale.
COMO È giovane, è vecchio, è alto e magro, è basso e grasso, è bianco, è rosso, è biancorosso ma anche verde, lilla, dorato, trasparente come il cristallo. È un musicista, va in moto e in automobile oltre che in slitta, è un acrobata, è così appesantito che sembra che non si possa muovere. È di legno, di cotto, di coccio, di terracotta, di gesso. È sempre diverso ma è sempre lui: è San Nicola, Sinterklaas, Zwarte Piet, le Père Fouettard, insomma, è Babbo Natale.
La suggestiva mostra curata da Silvana Drago e Anna Rapisarda a San Pietro in Atrio per Comocuore merita davvero una visita approfondita (è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18). Si chiama «Caro Babbo Natale...» come l'incipit delle letterine che tutti abbiamo scritto e, per fugare ogni dubbio sulla contrapposizione tra questa figura che, nella sua veste più comune, è più facile ricollegare alla bevanda gassata più venduta nel mondo che ha brevettato quell'immagine, è la tradizione cristiana, oggi pomeriggio alle 17.30 nel foyer del Teatro Sociale il Vescovo di Como, mons. Diego Coletti, ripercorrerà la storia di questo mito che, in ogni caso, fa sognare i bambini di tutto il mondo. E da tutto il mondo provengono le statuine raccolte in via Odescalchi. I collezionisti sono Mimma e Carlo Bertani, che ne hanno 450, il più piccolo è grande appena un centimetro, il più grande ha una circonferenza di quasi un metro (misurata, naturalmente, al pancione), Letizia Breschi, Nicolò e Marilina Ciannamea, Luisa Colombo che non si limita a raccoglierli ma ne ha creati numerosissimi di propri, Federica Frigerio che in quindici anni ne ha portati a casa ben 700, Anna e Roberto Simone e anche... ComoCuore: la onlus che, proprio nel 2010, festeggia i suoi primi 25 anni di vita ha chiesto ai soci di portare le statuine di casa propria per arricchire questa iniziativa che propone anche dei laboratori per i bambini con Luca Mandaglio di ComoRaku (nei giorni prefestivi e nei festivi, prenotazioni 340/927.57.25). E non c'è spazio solo per il grande vecchio del Polo Nord: quello in carne e ossa, che accoglie i visitatori più giovani, ha a disposizione una robusta seggiola su misura realizzata dalla Contrada degli artigiani de La Cometa. Alcuni doni poggiano su una slitta “Luigi XIV”, quindi del tardo Seicento, primo Settecento, che arriva da Cortina d'Ampezzo.
Girando l'angolo ci si imbatte in una maestosa renna, “Fulmine”, di Moritz Mantero (!). Ma gli occhi devono posarsi con molta calma sulle teche perché i “babbi” sono tantissimi e tutti meritano di essere osservati: sono autentiche opere d'arte che rispecchiano la parte di mondo da cui provengono. Per gli austriaci è il Weihnachtsmann, in Finlandia si chiama Joulupukki, Babadimri in Albania, Viejito Pascuero in Cile, Baba Chaghaloo in Afghanistan, a Capodanno in Russia arriva Ded Moroz e in Turchia c'è Noel Baba, in alcuni casi, i più affascinanti, i colori e le vesti sono ben diverse da quelle popolarizzate dal pittore Haddon Sundblom per la celebre bibita e all'uscita di questa mostra ci si sente un po' come Francis Pharcellus Church, il giornalista americano che in un celebre articolo rassicurò una bimba confermando «Yes, Virginia, there is a Santa Claus».
Alessio Brunialti
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