Gastronomia, giochi e libri
per la corsa dell'ultima ora

In fila per comperare i cibi con cui imbandire la tavola di Natale. La vigilia è andata così. Mentre la ripresa che sembrava annunciata dalla ripresina di ottobre e novembre non c'è stata, almeno non per il settore scarpe e abbigliamento

COMO In fila per i gamberetti, il prosciutto crudo, il patè e la lingua. Pronti a spendere per il salmone, i gamberi in salsa rosa, l'aragosta in bellavista, l'insalata russa e la torta di gamberi. Su tartine al caviale e medaglioni in gelatina non si è risparmiato. E per la corsa ai regali dell'ultimo minuto libri e poco altro. Non si è badato a spese, invece, per i giocattoli dei bambini. Ma il settore scarpe e abbigliamento, che tra ottobre e novembre aveva fatto registrare una ripresina, non ha avuto un salto verso la ripresa vera e propria.
Giansilvio Primavesi, presidente di Confcommercio, fa un'analisi a caldo dell'andamento delle vendite di Natale e il risultato è proprio questo: «Al pranzo di Natale non ha rinunciato nessuno. Poi bisognerà vedere se il budget è diminuito rispetto agli altri anni ma nel settore gastronomia alla vigilia c'erano le code». Idem dai macellai, dai pescivendoli, in pasticceria e nei panifici, nei supermercati e nei negozi di frutta. Anche se questo non poteva essere un Natale tutto ostriche e aragosta, le tavole sono state lo stesso imbandite. «Il panettone c'è di tutti i prezzi ma non esiste famiglia che a Natale rinunci - dice ancora Primavesi -. Per i regali, invece non c'è stata quella corsa dell'ultimo momento. In effetti chi fa i regali all'ultimo a parte gli irriducibili? Chi si dimentica di qualcuno. E allora compra un pensiero, per quello sono andati molto bene i libri. Perché con i libri non sbagli mai». Ibambini hanno sempre più persone degli adulti che gli fanno i regali, nessun bambino ha sentito la crisi. Sono stati tutti sommersi di castelli, velieri, bambole, case delle bambole, automobili, piste, wii fii e simili. «Il settore dei giocattoli a Natale va benissimo - dice ancora Primavesi - anche se i conti si faranno poi. Invece l'abbigliamento è andato meglio prima. Per fortuna siamo in un paese dove la gente non deve aspettare la tredicesima per comperarsi un cappotto o un paio di stivali. Quindi chi doveva fare un acquisto l'ha fatto a ottobre. L'anno scorso era andato malissimo e quindi quest'anno la ripresina c'è stata anche perchè visti i numeri bassi non serviva molto. Però sarebbe stata una grossa ripresa se fosse decollato anche dicembre che invece è stato nella norma». Un altro dato rilevato da Primavesi è la ricerca dell'originalità che ha caratterizzato la ricerca dei regali: «Una volta regalare una cravatta a un uomo era il massimo. Ora non la regala più nessuno perchè è un regalo scontato. Vogliono tutti qualcosa che stupisca, magari che costi anche pochi euro, ma che sia nuovo». La tradizione ha vinto solo a tavola, per il resto è stata caccia al nuovo a tutti i costi. Anzi no, a costi bassi.
Anna Savini

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