L'anno "horribilis" di Como
Il naufrgio delle grandi opere

Il sindaco malato annulla la conferenza stampa di fine 2010. Di sicuro è stato il peggiore del suo mandato. Sfiducia scampata, ma paratie senza soldi né futuro. E per la Ticosa bisogna rifare tutto

COMO - «Un anno oggettivamente complicato». Così il sindaco Stefano Bruni aveva definito il 2009, finito con lo scandalo del muro costruito sul lungolago che aveva scatenato la rivolta dei comaschi. E il 2010? Ieri era in programma la tradizionale conferenza stampa di fine anno (l'anno scorso, complice il muro, in realtà non era stata nemmeno convocata), ma il primo cittadino in mattinata ha annullato l'incontro causa febbre alta.
Se il 2009 era stato un anno duro, il 2010 è stato l'"annus horribilis" per Bruni che si è potuto solo consolare con l'annata straordinaria della sua Inter.
Palazzo Cernezzi ha dovuto fare i conti con il naufragio di un'altra grande opera, quella della Ticosa. A luglio l'adozione (tra le polemiche per l'oscuramento del cannocchiale visivo sulla basilica di Sant'Abbondio) del piano integrato di intervento che si sarebbe dovuta concludere con l'approvazione definitiva entro novembre. Ma così non è stato perché, dopo l'ennesimo ultimatum del sindaco alla società Multi (si era aggiudicata la gara per l'acquisto dell'area di 41mila metri quadrati), la società olandese ha di fatto sbattuto la porta in faccia all'amministrazione comunale che si ritrova ora con la grana da risolvere sia dal punto di vista legale (inevitabilmente la vicenda finirà in tribunale) sia dal punto di vista urbanistico (si dovrà ricominciare tutto daccapo e non si sa nemmeno per fare cosa). In più sono ritornati anche gli spettri dell'amianto crisotilo ritrovato in cantiere nel 2007, mesi dopo la demolizione: è appena iniziato il processo nei confronti del trituratore e il sindaco è stato sentito come teste.
Nel 2010 il primo cittadino ha dovuto affrontare le polemiche per l'esternalizzazione del servizio mensa alla Ca' d'Industria con manifestazioni e interventi in consiglio comunale sfociati in un'inchiesta della procura di Como.
Nessuna buona notizia dalle paratie: il progetto vincitore del concorso di idee per la sistemazione del lungolago, quello di Cino Zucchi, è stato bocciato dalla Soprintendenza e al momento non è chiaro come si procederà. In più c'è un'inchiesta aperta dalla Corte dei Conti per danno erariale e anche sotto l'aspetto progettuale non ci sono certezze né tempi.
Le cose non sono certo andate meglio sotto il cielo della politica con il Pdl a Palazzo Cernezzi che, a fine ottobre, è andato in pezzi perdendo quattro consiglieri che, uniti ai due "Liberi per Como", hanno costituito il gruppo di Autonomia liberale per Como tenendo in scacco fino all'ultimo il sindaco che rischiava seriamente di finire sfiduciato dal consiglio comunale. La spaccatura tra i ribelli (con Pasquale Buono, Mario Pastore nel frattempo passato con i finiani e Arturo Arcellaschi che all'ultimo hanno innestato la retromarcia) ha portato all'astensione dell'intero gruppo in seguito a un accordo basato su una serie di punti tra cui il taglio delle indennità della giunta, del portavoce e del giornalino comunale. Di fatto proprio i ribelli hanno garantito a Bruni di poter mangiare il panettone da sindaco. E di brindare a un 2011 da primo cittadino, sperando sia migliore degli ultimi due anni.
Gisella Roncoroni

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