Ticosa, paratie, campus e metrò
"Bruni, un 2010 da dimenticare"

" Un 2010 disastroso". L'opposizione non usa mezzi termini per definire l'operato dell'amministrazione di Como negli ultimi dodici mesi e va all'attacco. Unanime il giudizio di Pd, lista Per Como, Rifondazione, Paco e Gruppo misto: per il bene della città, questa maggioranza dovrebbe andare a casa.

COMO " Un 2010 disastroso". L'opposizione non usa mezzi termini per definire l'operato dell'amministrazione cittadina negli ultimi dodici mesi e va all'attacco. Unanime il giudizio di Pd, lista Per Como, Rifondazione, Paco e Gruppo misto: per il bene della città, questa maggioranza dovrebbe andare a casa. «Sembrava impossibile, invece la situazione continua a peggiorare - tuona il capogruppo del Pd, Mario Lucini - La città è in declino e l'ha ammesso indirettamente lo stesso sindaco, in una recente lettera aperta. La responsabilità è dell'amministrazione e sarebbe opportuno porre fine a questa esperienza, per questo abbiamo votato la sfiducia a Bruni. Nel 2010 l'esecutivo ha presentato pochissime delibere, una quindicina in tutto, e poi qualche piano attuativo. Nient'altro. La Ticosa è a un punto morto, sul campus in 15 giorni il sindaco ha detto tutto e il contrario di tutto, mentre le città vicine progrediscono. La metrotranvia non ha fatto un centimetro, mentre le paratie qualche centimetro l'hanno fatto e poi hanno dovuto toglierlo (il riferimento è allo scandalo del muro, ndr). Le analisi condotte per valutare gli effetti delle paratie - conclude Lucini - fanno sorgere più di un dubbio e non è per nulla chiaro cosa accadrà a lavori terminati né come si intende operare per scongiurare danni ai palazzi». Duro anche Donato Supino, di Rifondazione: «Il capogruppo del Pdl e il vice (Claudio Corengia e Veronica Airoldi, ndr) mi hanno proposto un accordo in vista del nuovo bilancio, ma ho risposto che non sono disponibile. Allo stesso modo, non cambio idea sulla vicenda Ca' d'Industria, l'avviso di garanzia che ho ricevuto non mi intimorisce. La mia è una battaglia per chiedere maggiore trasparenza e andrà avanti. Gli amministratori di Ca' d'Industria non si sono comportati come un buon padre di famiglia. Guardando al 2010, ricordo anche il flop dell'appalto rifiuti e l'incredibile scelta di astenersi sulla sfiducia al sindaco fatta dal gruppo dei fuoriusciti dal Pdl, che ne avevano dette di tutti i colori contro Bruni. Li definirei pezzenti politici». Bruno Magatti (Paco) rimarca: «Il cantiere delle paratie è nel caos, l'operazione Ticosa si è fermata e l'università ha fatto solo passi indietro. Anche il nuovo Sant'Anna non è una vittoria, la scelta di spostarlo fuori Como è stata sbagliata tanto che al Valduce ci sono code incredibili». Vincenzo Sapere (Gruppo misto) è netto: «La città è in uno stato di degrado incredibile, a partire dalle periferie. Mi chiedo perché il sindaco non ne tragga le conseguenze. Forse il problema è legato alla clientela politica, ai carrozzoni che bisogna continuare ad alimentare». Aggiunge il capogruppo di Per Como, Mario Molteni: «Anche noi siamo stati contattati dal Pdl, ma non ci sono le condizioni per un accordo sul bilancio. Siamo all'anno zero, chi governa si è spaccato, manca una programmazione e non è stato risolto nemmeno uno dei mille problemi, dalla Ticosa alle strade. Se non chiedono scusa alla città, lo facciamo noi. Ma non dobbiamo dimenticare che in minoranza qualcuno ha detto no all'ipotesi di dimettersi, quando forse si poteva far cadere il sindaco». Se la prende con un esponente dell'opposizione anche Marcello Iantorno (Pd): «Rapinese continua con il populismo e dice cose inesatte. Mi ha accusato di non aver prodotto la relazione al termine della commissione sulla Ca' d'Industria, invece i commissari l'hanno ricevuta».
Mi. Sa.

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