La rapina di Camerlata:
«Mia figlia ora sta male»

Parla il papà aggredito da due malviventi in via Colonna: ci vorrebbe la pena di morte. E intanto i poliziotti passano al setaccio il sottobosco dei tossicodipendenti comaschi

COMO «Mia figlia sta male. Continua a piangere, a urlare. L'altra notte, si svegliava di continuo. Piangeva. Mi chiedeva: "papà, cosa è successo?"». È il racconto del padre di Intimiano che l'altroieri - venerdì mattina, poco dopo le 11 - è stato rapinato in via Colonna, a pochi passi da piazza Camerlata. Stava camminando per strada quando due criminali, a volto coperto, per qualche infinito secondo hanno tenuto in ostaggio la sua bimba di quattro anni, sotto la minaccia di un taglierino, puntato tra il mento e il collo della piccola. Dolore e rabbia, per il 35enne. «È qualcosa di tremendo, che non auguro nessuno, nemmeno a un nemico. Sono animali. Anzi, la parola corretta è bestie. Non sono essere umani - si sfoga - Forse potrei ammazzarli, se mi dovessero capitare tra le mani per cinque minuti. Mi viene voglia di farmi giustizia da solo. Anche in Italia, dove la legge non basta, ci vorrebbe la pena di morte».

Intanto, sul fronte delle indagini, da venerdì pomeriggio il sottobosco cittadino della tossicodipendenza viene passato al setaccio dagli uomini della polizia. Nulla viene lasciato intentato, da parte degli inquirenti. La parola d'ordine, in questura, è una: trovare i due rapinatori che non hanno esitato a puntare un taglierino in faccia a una bimba di soli quattro anni. Odioso il reato, inaccettabile la dinamica, allarmante la scelta dell'orario - pieno giorno - e del luogo, a due passi da piazza Camerlata.
Christian Galimberti

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