Bambina minacciata
Il questore: più controlli

La promessa: Impegno massimo per risolvere il caso". La piccola di Capiago è stata portata dal padre al sud, dal nonno al quale ha raccontato tutto quel che le è successo. Ora i parenti e l'amica del mare cercano di aiutarla a superare il trauma delle minacce dei rapinatori che a Como le hanno puntato un taglierino alla gola

COMO Con parole semplici. Come possono essere le parole di una bambina di appena quattro anni. «Mia figlia ha raccontato al nonno quello che le è successo. Lui, che non sapeva nulla, è scoppiato a piangere. Poi l'ha abbracciata, le ha dato dei bacini. È stato un momento molto commovente». È il padre, a raccontare l'incontro tra la bimba - tenuta in ostaggio sotto i suoi occhi, con un taglierino puntato tra il collo e il mento - e il nonno. Due cuori riuniti in un città del Sud Italia, dove la bimba, con mamma e papà, passerà qualche settimana. Lontana da Como, dove è avvenuta la terribile aggressione. E lontano dalla Intimiano in cui vive. A centinaia di chilometri di distanza, sul mare che tanto le piace.
«Oggi (ieri, ndr) mia figlia sembrava un po' più tranquilla. Purtroppo, continua ad avere degli incubi. Anche l'ultima notte si è svegliata un paio di volte. Singhiozzava. Adesso è di là che gioca con una sua amichetta», le parole del padre, ieri pomeriggio.  «Spero che il trauma possa passare - prosegue il papà - intanto ringrazio tutti i parenti che in queste ore mi sono vicini. Anche qui, le persone care e gli amici sono tanti. Per molto tempo mia figlia ha vissuto in questa città. Oggi c'erano 19 gradi. Volendo, si poteva andare in spiaggia. Speriamo - conclude - che qui possa ritrovare l'armonia».
In queste ore, il padre prova a confidare nella giustizia. Solo una, tra le tante speranze riposte nell'anima. «E' un atto da delinquenti, che probabilmente farebbe vergognare anche un mafioso – dice il papà – spero che nelle telecamere, in quel punto dove è successo tutto, sia rimasta qualche traccia di quei due. Spero che questi qui vengano presi, che siano assicurati alla giustizia per molto, molto tempo. Spero che il giudice che si troveranno davanti, sia un padre di famiglia, che possa immedesimarsi ancora di più con quello che è successo. E spero che questa storia non segni mia figlia, nemmeno che si venga a sapere in futuro, quando andrà a scuola». E intanto il questore Massimo Maria Mazza annuncia: "stiamo facendo e faremo tutto il possibile per prenderli".
Ch. G.

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