Biblioteca: stretta, fredda
e scollegata da Internet

La biblioteca di Como scoppia perché piace troppo agli studenti, che si lamentano però della rete wireless di accesso ad internet quasi sempre fuori uso e, qualche volta, degli sbalzi di temperatura in sala studio.

COMO La biblioteca scoppia perché piace troppo agli studenti, che si lamentano però della rete wireless di accesso ad internet quasi sempre fuori uso e, qualche volta, degli sbalzi di temperatura in sala studio. Ne sa qualcosa Luca Fontana, 20 anni, studente di ingegneria, che sta preparando «Analisi2» uno degli esami più tosti del suo corso: «In biblioteca mi trovo, l'unico problema lo riscontro con la rete wireless che, come oggi, è quasi mai funzionante. Io sono costretto a portarmi una chiavetta da casa per navigare in Internet». Gli fa eco Giulia Pellizzari, 19 anni, sua compagna di banco e nella vita, che studia Legge e sogna un futuro da magistrato: «Ho scelto Giurisprudenza perché sono spinta da un forte senso civico e mi sembra giusto sapere come un cittadino italiano deve comportarsi. La mancanza di connessione è un problema». Sì, lo è anche per chi non è un esperto navigatore. Da anni, infatti, i cataloghi della biblioteca sono elettronici, consultabili tramite internet dalla rete wireless o dalle postazioni fisse, e quando queste ultime vanno in tilt, come è capitato fino all'altro giorno per una intera settimana, gli utenti per verificare la collocazione dei libri sono costretti a rivolgersi al personale al bancone, con un aggravio dei tempi di attesa. Personale che si merita il plauso, per la sua gentilezza e competenza, di Emilio Cornelio, 21 anni, studente di scienze politiche, segretario del movimento politico Giovane Italia che aspira a ricalcare i passi dell'amato senatore Alessio Butti: «Il personale è molto cortese. Il problema principale è rappresentato dagli spazi insufficienti a raccogliere tutti gli studenti. È infatti importante valorizzare la biblioteca come luogo fisico di incontro reale dei giovani, dove c'è contatto fisico, non come in Facebook». Il problema degli spazi insufficienti viene sollevato anche da Francesca Zennaro, 22 anni, iscritta alla facoltà di Scienze della Comunicazione di Lugano: «La mattina alle 9.30 c'è la corsa a prendere i posti e alle 9.32 risultano già tutti occupati. Inoltre, in sala studio qualche volta si muore di caldo, qualche altra, come nelle settimane scorse, bisogna stare con sciarpa e giacca sulle spalle». È una vita e un approccio più easy going quello della giovanissima Stefania Gatti, 17 anni, studentessa delle Canossiane, che con molti compagni delle superiori occupa la sala al piano terra: «Vengo qui perché a essere in gruppo si è più stimolati a studiare. Da grande farò la filosofa o seguirò le orme di papà geometra». Gianluca Pozzoni, 22 anni, sta invece scrivendo la tesi per laurearsi in filosofia: «La mancanza della connessione internet non ci permette di consultare agevolmente i cataloghi dei libri, anche se c'è da dire che spesso incontriamo nei corridoi o sulle scale la direttrice che è sempre disponibile al dialogo e al confronto con noi». La direttrice Chiara Milani, nel ricordare che ogni giorno in biblioteca transitano un migliaio di persone e vengono erogati circa 500 prestiti, puntualizza: «La biblioteca non è pensata come luogo esclusivo di studio dei ragazzi, bensì come spazio aperto all'intera comunità. Il problema delle connessioni Internet è già stato posto all'attenzione del centro elaborazioni dati del Comune, ufficio competente ad intervenire e conto che il problema venga risolto».
Luca Marchiò

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