Sette piani, 500 posteggi
Serviranno anche ai residenti

Apre questa mattina alle 7 l'autosilo «Valduce», nuova maxi struttura tra viale Lecco e via Dante in grado di ospitare 515 veicoli, su 7 piani. Dopo oltre quattro anni di lavori (il cantiere era partito a fine 2006), ieri è arrivato il momento dell'inaugurazione ufficiale.

COMO Apre questa mattina alle 7 l'autosilo «Valduce», nuova maxi struttura tra viale Lecco e via Dante in grado di ospitare 515 veicoli, su 7 piani. Dopo oltre quattro anni di lavori (il cantiere era partito a fine 2006), ieri è arrivato il momento dell'inaugurazione ufficiale. L'opera è stata finanziata da Valduce Servizi, società che fa capo alla Congregazione delle suore dell'Addolorata e che gestirà il parcheggio per 99 anni grazie a una convenzione stipulata con il Comune, proprietario del 50% dei terreni. La struttura, che resterà aperta 24 ore su 24, promette di risolvere almeno in parte il problema della carenza di parcheggi nella zona, sempre trafficatissima a causa della presenza - in pochi metri - di Comune, Asl, Inps, Guardia di finanza e dello stesso ospedale Valduce, oltre a decine di altri uffici. Senza dimenticare che siamo, letteralmente, a due passi dal centro storico. Al Comune sono stati riservati 52 posti, con tariffe agevolate (da lunedì a venerdì) e in questo modo sarà possibile, a breve, pedonalizzare la vicina via Perti, oggi occupata proprio dai mezzi di Palazzo Cernezzi. «Ma per tutto il 2011 non affitteremo posti né ci saranno abbonamenti - spiega il direttore generale del Valduce, Nicola De Agostini - Vogliamo prima valutare il tasso di occupazione». Le tariffe? Le stesse in vigore all'autosilo di via Auguadri, di fianco al tribunale: 1 euro per la prima ora, 1 euro per la seconda e 1,55 euro per ogni ora successiva. Le auto accedono da viale Lecco, mentre l'uscita è su via Dante.
Impossibile conoscere l'entità dell'investimento complessivo (i vertici del Valduce hanno preferito non rivelarlo, parlando comunque di «svariati milioni di euro»), mentre il progettista e direttore dei lavori, Carlo Messi, ha elencato una serie di dati che chiariscono la portata dell'operazione: 10mila metri cubi di terreno mossi, 9 chilometri di pali infissi, 17mila metri quadrati di solai, 2mila di facciate, 1.000 di pannelli fotovoltaici sul tetto. E poi 8mila metri cubi di calcestruzzo, 1.600 tonnellate di ferro e 500 quintali di rame utilizzati per le inedite facciate, nei mesi scorsi finite al centro di qualche polemica per l'impatto visivo considerato poco gradevole. «Il rivestimento in rame traforato a fasce orizzontali - hanno sottolineato gli ideatori - garantisce la giusta “privacy” alle auto e al contempo permette alla struttura di respirare. I pannelli sono stati trattati per la stabilizzazione del colore». Prima del taglio del nastro e della benedizione, ha preso la parola il sindaco Stefano Bruni: «Da trent'anni si parla di quest'opera e sono felice che sia stata realizzata, è uno straordinario esempio di collaborazione tra pubblico e privato. La scelta di realizzare un autosilo fuori terra, andando a riempire così uno spazio in pieno centro, è stata coraggiosa e non era per nulla scontata. Ora la città ha una struttura importante in una zona in cui c'era bisogno di posti auto». Il presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti, ha aggiunto: «La decisione delle suore presa già molti anni fa e il successivo accordo tra istituzioni rappresentano due miracoli. Evidentemente non è vero che le opere non si possono fare, siamo di fronte a un ottimo esempio di collaborazione tra enti diversi nell'interesse della collettività». Con l'apertura dell'autosilo, dovrebbe peraltro scattare la rivoluzione della sosta in tutta la zona, più volte annunciata dal Comune, con i 200 posti in piazza Roma riservati ai residenti e un aumento degli stalli a tariffa agevolata (sempre per i residenti) in viale Lecco.
Il nuovo autosilo è stato accolto da tutti come una novità positiva. Solo due le perplessità sollevate da chi ha preso parte all'inaugurazione: una riguarda l'altezza limitata dei vari piani («2 metri e 8 centimetri: attenzione al baule», recitano i cartelli affissi qua e là), l'altra il rischio che il piano con i reperti archeologici (ne parliamo a parte) possa finire nel mirino dei vandali o diventare un rifugio per sbandati.
Michele Sada

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Eco di Bergamo Scatti in autosilo