La Tremonti: i randagi costano
"Sopprimere i non adottati"

Proposta choc della consigliere comunale, secondo cui il Comune di Cantù spende troppo per la sua quota di gestione del canile di Mariano. I gestori: idea paranazista

CANTU' Più soldi destinati ai randagi di quanti ne finiscano alla Protezione civile. Cifre che secondo il consigliere Angiola Tremonti sono «ingenti» e «dispensate con facilità». Tanto da proporre una soluzione drastica: la soppressione degli animali ospiti nel canile di Mariano che dopo un certo periodo di permanenza non siano stati adottati.
Di fronte a una simile uscita, i volontari dell'associazione Gli amici del randagio prendono posizione duramente con il presidente Marco Folloni: «Non ho davvero parole di fronte a una simile dichiarazione da parte di un esponente politico, che domani potrebbe essere chiamato a guidare la città. Non può certo essere la signora Tremonti a decidere della vita e della morte di un essere vivente: la sua è un'idea paranazista».
A finire nel mirino della sorella del ministro delle Finanze, stavolta, è il canile di Mariano, struttura consortile la cui gestione viene finanziata da 14 Comuni della zona. A Cantù tocca la quota più sostanziosa – circa 18 mila euro l'anno – stabilita in base alla popolazione. Angiola Tremonti ha richiesto in municipio documentazione relativa ai bilanci della struttura – costi, cani in entrata e in uscita – lamentando però di non avere avuto però risposte adeguate. "Ho colto che si va a spendere pro capite più di canile che di protezione civile". E date le ristrettezze dei bilanci, secondo Angiola Tremonti «si dovrebbe arrivare a prendere la decisione per cui gli animali che non vengono adottati entro un determinato periodo di tempo vadano soppressi, visto che oggi ci troviamo in una situazione in cui ci sono famiglie canturine che non hanno da mangiare. Il randagismo crea grandi criticità». A saperlo bene sono i volontari de Gli amici del randagio: "Noi riceviamo dai Comuni 50 centesimi annui per ogni abitante" dice Marco Folloni. Una cifra che non basta a coprire le esigenze di ogni cane, che viene nutrito, accudito e curato se malato: «Per questo – prosegue – abbiamo sempre contato sui volontari, e ci siamo inventati molteplici iniziative, dai banchetti alle feste, per raccogliere fondi. Ci rendiamo conto che la situazione economica sia difficile, e infatti abbiamo dato la nostra disponibilità al Comune di Mariano perché riduca il contributo annuale. I nostri bilanci sono trasparenti e a disposizione di chiunque li voglia vedere».

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