Sport, degrado e abbandono
Così muore il centro Belvedere

Cade tutto a pezzi, i campi, il terreno da gioco, i muretti, gli spogliatoi, la vecchia pista del pattinaggio a rotelle. Ovunque regnano degrado e abbandono

COMO Sarà la luce un po' pallida del primo pomeriggio, oppure la cappa grigioverde di smog che anche qui sfuma i contorni delle piante e delle persone: è un fatto che una metà almeno del centro sportivo Belvedere di via Longoni, dove giocano tra l'altro la Como 2000 (calcio femminile) e il rugby, richiami da vicino certi filoni cinematografici un po' apocalittici, roba da day-after nucleare. Nonostante la sete di strutture e di impianti, da anni (a spanne almeno una quindicina, ma forse anche di più) due campi da tennis e la vecchia pista per il pattinaggio a rotelle, con un anello che chiude un campo regolamentare da hockey, giacciono inuilizzati, macilenti, consumati dal tempo e dal disinteresse generale.
Si sbriciola il selciato, si sbriciolano i muri degli spogliatoi, si sbriciolano i muretti di recinzione (guai, tra l'altro ad avvicinarsi a quello che separa l'area dal cimitero di Camerlata, semi crollato, pericolante e pericolosissimo), si consuma il metallo dei pali per l'illuminazione, spenti fin dalla notte dei tempi e specchio di un degrado stratificato, ormai quasi congenito.
Il centro sportivo di via Longoni non è l'unico in queste condizioni. Se non altro, qui, rugby e calcio femminile (e un po' di calcio maschile) mantengono vivo e funzionale il terreno principale di gioco, impegnato quasi tutta la settimana per partite o allenamenti. Ed è impossibile, di fronte a questo scempio, opporsi al pensiero - demagogico ma irresistibile - dei milioni spesi inutilmente qua e là per la città, dal lago alla Ticosa. Di certo c'è che qui, al posto dei due inutili campi da tennis e dell'inutilissima pista di pattinaggio (a Como si è persa la tradizione del pattinaggio, sport molto praticato fino a una trentina d'anni fa), troverebbe spazio quantomeno un campo regolamentare da calcio, o da rugby, e Dio solo sa quanto ce ne sarebbe bisogno.
«La situazione è quella che è - si difende l'assessore ai Lavori pubblici e allo Sport Stefano Molinari - ma non è così vero che il Comune abbia completamente dimenticato il centro di via Longoni. Stiamo lavorando su una serie di ipotesi di intervento, di concerto con le società sportive interessate. La Como 2000, per esempio, ma non è l'unica. Si è candidata a sobbarcarsi parte delle spese di ristrutturazione necessarie, per il manto erboso del terreno principale e per i lavori di risistemazione degli spogliatoi. In settimana avrò un incontro con i dirigenti di settore, per valutare che possibilità ci siano di delegare questi lavori alle società che ce lo chiedono. In questo momento - conclude l'assessore - l'amministrazione comunale non ha la forza per potersi sobbarcare interventi più radicali».

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Eco di Bergamo Degrado al belvedere