Gli alpini comaschi:
Yara è stata portata lì

«L'avevamo cercata anche noi, con i cani, in quella zona. Lì non c'era. Poi hanno trovato il corpo a 300 metri dalla Polizia locale, le sembra possibile che il corpo della ragazzina sia rimasto in quel luogo tre mesi senza che nessuno se ne accorgesse?»

COMO«L'avevamo cercata anche noi, con i cani, in quella zona. Lì non c'era. Poi hanno trovato il corpo a 300 metri dalla Polizia locale, le sembra possibile che il corpo della ragazzina sia rimasto lì tre mesi senza che nessuno se ne accorgesse? No, no, ce l'hanno portato. È sicuro che ce l'hanno portato, altrimenti l'avremmo trovata». Guido Lironi è l'alpino comasco che ha coordinato i dodici cani lariani durante le ricerche del corpo di Yara disposte dalla Protezione civile prima di Natale. Appena ha sentito che avevano trovato la ragazzina morta ha chiamato il collega bergamasco per sapere come era andata. «Mi ha ripetuto che il loro gruppo di cani aveva cercato esattamente in quel posto e con grande cura - ripete Lironi -. La zona era vicinissima al centro di coordinamento delle ricerche, può immaginare. A dicembre, la protezione civile ci aveva diviso per aree. A noi era stato affidato l'anello attorno alla casa della ragazza perché era lì che il cellulare aveva agganciato l'ultima chiamata. Ai colleghi bergamaschi era toccata l'area intorno al centro di coordinamento. Abbiamo battuto tutto palmo a palmo, con i nostri cani, se ci fosse stata la ragazza l'avremmo trovata». Lironi spiega che tra il punto della prima ricerca (la casa di Yara a Brembate) e quello della seconda (il comando della polizia locale di Chignolo d'Isola) ci sono dieci chilometri di distanza. Ma entrambe le aree sono state battute, quindi l'assassino o gli assassini avrebbe portato il corpo solo di recente. «Tenga presente che da Natale non siamo più stati precettati - ripete Lironi -, dopo la settimana di ricerche coordinate dalla Protezione ci sono state solo ricerche di volontari sporadiche e non organizzate». Da quanto racconta un testimone, però, il cadavere dovrebbe essere stato trasportato proprio ieri anche se l'avanzato stato di decomposizione nel quale si trovava farebbe pensare al contrario. Un abitante della zona ha infatti raccontato: «Un ragazzo che era qui fino a un'ora fa mi ha detto di aver visto un'auto, oggi pomeriggio, arrivare a velocità sostenuta, proprio in questa via, fermarsi e poi ripartire». Non solo. Un altro ragazzo, Lorenzo, che fino a un mese fa abitava proprio vicino al luogo del ritrovamento di Yara ha spiegato: «Passavo tutti i giorni in quella zona che oltretutto è frequentata da decine di persone che fanno jogging, ma anche da pescatori, cacciatori, gente che porta a spasso il cane. Mi sembra inverosimile che un cadavere sia stato abbandonato lì e non trovato per tre mesi, anche perché a quanto ne sappiamo noi in paese, questa zona è stata più volte battuta dai soccorritori e volontari della protezione civile». La stessa cosa che dicono gli alpini lariani. Per avere più elementi su questa circostanza, gli investigatori hanno acquisito le immagini di alcune delle telecamere delle ditte che si trovano non lontano dal luogo del ritrovamento del cadavere. Ieri sera infatti è arrivato in via Bedeschi, a Chignolo, un furgone bianco con a bordo un responsabile della sicurezza di una delle aziende più vicine, che aveva il compito di scaricare le immagini delle telecamere e fornirle agli inquirenti. Sul posto anche il sindaco di Chignolo. Gli investigatori analizzeranno le immagini per cercare di risalire a chi si è sbarazzato del corpo della ragazza gettandolo in un campo incolto, ma in una zona sempre molto frequentata.

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