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Mercoledì 02 Marzo 2011
Dal lavoro nero alla sicurezza
Irregolari otto imprese su dieci
Pubblici esercizi e cantieri edili, la prefettura fornisce i dati dei controlli effettuati nel 2010. Il quadro provinciale è allarmante: 38 attività sospese per violazioni ritenute gravi
In particolare sono stati individuati 831 lavoratori irregolari, dei quali 359 assoldati completamente in nero, fantasmi al lavoro senza alcun tipo di garanzia. Sono soltanto alcuni dei dati, per certi versi sconcertanti, che la prefettura di Como ha reso noto ieri, al termine di un lungo incontro in cui gli uffici competenti (oltre alla Direzione provinciale del lavoro, anche l'Asl, l'Inps e l'Inail) e i rappresentanti delle varie categorie si sono riuniti per fare il punto su un anno di controlli.
Ne è emerso un quadro tutt'altro che confortante che, specie per quanto riguarda l'edilizia, dà conto di un ricorso sempre più frequente a operai "assunti" a giornata, ovviamente senza contributi e spesso in condizioni di sicurezza molte precarie. La Direzione provinciale del lavoro - che ha proceduto a sospendere, per violazioni gravi, 38 attività imprenditoriali - ha identificato 293 imprese edili irregolari (l'86% delle 342 visitate), 126 pubblici esercizi irregolari (addirittura il 96% di quelli sottoposte a verifica, che sono state 131) e 62 aziende non a norma nel campo degli autotrasporti (il 91% delle 68 controllate). L'Inps ha passato al setaccio la contabilità di 482 imprese grandi e piccole, rilevando un tasso di irregolarità, per quanto concerne gli aspetti previdenziali, pari al 78%: c'erano 99 aziende del tutto sconosciute all'istituto, 232 lavoratori in nero e oltre cinque milioni di euro di contributi non versati.
Caldo anche il fronte delle normative anti infortuni, anche se spesso, in questo caso, basta davvero dimenticare per un attimo di indossare il caschetto protettivo per ritrovarsi subito nella lista dei cattivi: il tasso di irregolarità delle 209 imprese edili "radiografate" dall'Inail è, in questo caso, pari a circa il 90%.
Dati così macroscopicamente negativi trovano una spiegazione, almeno in parte, nel fatto che le verifiche siano state indirizzate verso imprese se non sospette, quantomeno «da considerarsi - così chiarisce il comunicato della prefettura - sulla base di precisi parametri documentali e valutativi, come ad alta probabilità di non conformità alle norme». Meno negativi i dati dell'Asl, che ha evidenziato un trend favorevole per quanto attiene all'infortunistica più o meno grave: dal 2009 al 2010 il numero dei morti è sceso del 20%, da nove a sette. Icontrolli, ovviamente, proseguiranno anche nel corso del 2011. Si tratta di una attività in linea teorica demandata alle amministrazione provinciali che tuttavia, nel Comasco, è in gran parte coordinata proprio dalla prefettura, che ciclicamente convoca "tavoli" aperti a tutti gli attori.
Stefano Ferrari
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