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Giovedì 24 Marzo 2011
Stangata della corte dei conti
Multe per tre milioni nel Lario
C'è l'impiegata dell'Inps che versava sul suo conto i soldi delle pensioni. Il segretario comunale il cui compenso d'oro faceva piangere le casse delle piccole amministrazioni. Il funzionario pubblico che ha fatto spendere al proprio ente poco meno di 200mila euro per un battello spazzino incapace di ripulire alcunché.
Di questi: la provincia di Varese ha collezionato ben 8 milioni e 800mila euro di "multe", 2 milioni e 800mila euro ciascuno per le province di Como e Sondrio. Meglio è andata al Lecchese, con appena 12mila euro per l'organizzazione di un corso fantasma finanziato con fondi europei.
Grande rilevanza, nella relazione letta ieri dal presidente Claudio Galtieri in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti, è stata data a quel «fenomeno diffuso relativo al conferimento della funzione di direttore generale al segretario generale di Comuni di limitate dimensioni», un'attribuzione che la corte «ha ritenuto costituire un danno». Quattro le sentenze citate, tutte legate alle vicende dei Comuni dell'Altolario: Pianello del Lario, Musso, San Siro, Cremia, per le quali ex amministratori ed ex segretari comunali (tra i quali Gennaro Borrelli) sono stati condannati a pagare - a vario titolo - una somma complessiva di poco inferiore ai 70mila euro.
Spiccano anche le tre sentenze che hanno riguardato «la vicenda delle false residenze nel Comune di Campione d'Italia», terminate con una batosta da 150mila euro all'ex sindaco Salmoiraghi e ai due funzionari del servizio anagrafe dell'amministrazione.
A Varese Nadia Piantanida, dipendente dell'amministrazione provinciale, s'è vista presentare un conto da 58.200 euro per aver fatto comprare all'ente un battello spazzino per la pulizia del lago Maggiore «non conforme» all'uso. Una multa inferiore a quanto rischiava di pagare, perché i giudici hanno «individuato una colpa di organizzazione dell'amministrazione committente per aver affidato le funzioni di responsabile del procedimento a un funzionario privo della necessaria professionalità tecnica».
Salatissimo il conto presentato a Carlo Facchini, di Campione d'Italia, finito nei guai in qualità di presidente del Consorzio Interprovinciale per la Tutela e la Salvaguardia delle Acque del lago di Varese. La Corte dei Conti lo ha condannato a rimborsare oltre 350mila euro per una vecchia storia di tangenti, rimborso particolarmente elevato e quantificato, tra l'altro, «per il ripristino del prestigio leso» del Consorzio stesso.
Restando a Varese la mano pesante è stata usata pure per tale Vincenzo Enea, di Saronno, condannato a pagare oltre 100mila euro in concorso con altri agenti verificatori del vecchio ufficio imposte dirette per aver accettato «illecite dazioni di denaro nel corso delle verifiche fiscali».
A Sondrio Renata Paganoni, dipendente dell'Inps del capoluogo valtellinese, rischia - stando ai giudici della Corte dei Conti - di dover tirar fuori di tasca propria 759mila euro a causa della «distrazione di ingenti fondi mediante la costituzione di rapporti previdenziali fittizi ed altre attività truffaldine poste in essere dalla medesima».
Storie singole che raccontano quel «cattivo uso del patrimonio pubblico» contro il quale lavora la Corte dei Conti di Milano. La cui procura ha già aperto nuove inchieste, delegando alla guardia di finanza l'accertamento di non meno di 18 nuovi fascicoli. Tra questi: due riguardano la provincia di Sondrio e uno la città di Como, ovvero il progetto per la realizzazione delle paratie del lungolago. «Siamo in una fase istruttoria - ha detto il procuratore regionale Paolo Evangelista, nell'incontro con i giornalisti - Al momento è difficile stabilire l'eventuale ammontare del danno erariale. Una cosa però è certa: con la procura di Como lavoriamo in perfetta sintonia. E le indagini procedono parallele».
Paolo Moretti
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