Summit sui profughi a Capiago
Si teme una piccola Lampedusa

Carlo Andrea Frigerio dopo il vertice in prefettura: "A questo punto possiamo solo sperare che i libici non arrivino. Siamo disponibili ad ospitare 5 profughi. Nell'ex caserma ne potrebbero arrivare 150"

CAPIAGO INTIMIANO Di fronte all'emergenza nazionale profughi, si fermano qui i poteri del sindaco di Capiago Intimiano. Carlo Andrea Frigerio aveva preso subito di petto la questione del possibile arrivo dei rifugiati dalla Libia all'ex caserma della guardia di finanza di Intimiano. Ma, sugli ultimi sviluppi, che indicano sempre di più la villa settecentesca di via del Carroccio come unica ipotesi provinciale, alza bandiera bianca. «A questo punto, possiamo solo sperare che i profughi non arrivino», dice il sindaco. Il concetto, per il municipio, rimane quello espresso nel volantino stampato per pubblicizzare l'assemblea civica, convocata un paio di settimane fa per discutere dell'arrivo – sempre meno remoto – di circa 150 libici: «Una nuova Lampedusa? No, grazie».
Sull'ospitalità, il sindaco lo ricorda ancora: «Abbiamo dato disponibilità di dare un tetto a una famiglia, diciamo cinque persone, negli immobili di proprietà comunale». Certamente meno d'impatto, secondo il primo cittadino, per le 2mila persone circa che risiedono a Intimiano (con Capiago, il conteggio totale sale a circa 5mila e 500 abitanti). «Abbiamo preparato l'assemblea pubblica, la riunione di giunta, la mozione, il consiglio comunale – elenca il sindaco – abbiamo portato al prefetto i nostri suggerimenti. E cioè, distribuire i profughi sul territorio provinciale. Oppure, pensare agli stabili di Como città: il vecchio ospedale Sant'Anna, l'ex caserma De Cristoforis, l'area del San Martino. Ho anche firmato la lettera dei sindaci del Canturino (hanno aderito Cantù, Brenna, Carimate, Cermenate, Cucciago, Figino Serenza e Novedrate, ndr). E siamo andati insieme dal prefetto. Ora, a parte tenere il polso della situazione, non si può fare altro».
Michele Tortora, il prefetto di Como, è stato disposto – in un'intervista pubblicata ieri sul nostro giornale – ad offrire un'ampia panoramica sull'argomento. Sua, la segnalazione dell'ex caserma di Intimiano al ministero dell'Interno, in risposta alla richiesta di una ricognizione. L'edificio del demanio resta l'unica ipotesi a livello provinciale senza problemi di disponibilità. Servirebbero 200mila euro e qualche settimana per i lavori. Ma un'ordine dettato dal ministero dell'Interno potrebbe portare i profughi della Libia addirittura anche prima. Venerdì mattina, il prefetto di Como ha ricevuto gli onorevoli Nicola Molteni e Erica Rivolta, che con gli esponenti dell'ente Provincia Leonardo Carioni – presidente – e Pietro Cinquesanti – assessore ai lavori pubblici – hanno ricordato l'inadeguatezza della ex caserma di Intimiano. «Ma il prefetto – riferisce l'onorevole Molteni – ha detto di aver compreso, in una nota integrativa, il vecchio Sant'Anna e l'ex caserma De Cristoforis. Anche questi edifici risultano quindi segnalati». Peccato che proprio il prefetto, nell'intervista, ricordava l'opposizione sia dell'ospedale Sant'Anna che dei vertici militari. Su tutto, l'ultima parola arriverà dal ministro Roberto Maroni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA