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Martedì 05 Aprile 2011
A caccia di migranti illegali
Svizzeri in volo con un aereo
Migranti ed ingressi illegali in Canton Ticino dal confine con il territorio di Como: le guardie ticinesi utilizzeranno per le prossime tre settimane un drone, piccolo aereo senza pilota, a raggi infrarossi, per presidiare il territorio limitrofo all'Italia ed intercettare movimenti anomali.
COMO Migranti ed ingressi illegali in Canton Ticino dal confine con il territorio comasco: le guardie ticinesi utilizzeranno da oggi e per le prossime tre settimane un drone, piccolo aereo senza pilota, a raggi infrarossi, per presidiare il territorio limitrofo all'Italia ed intercettare movimenti anomali. Lo ha annunciato ieri il comandante delle guardie di confine, Mauro Antonini, aggiungendo subito le scuse alla popolazione per gli eventuali disagi subìti, poiché il drone crea un sottofondo percepibile. L'apparecchio è infatti rumoroso, un rumore amplificato dal silenzio notturno e quindi potrebbe infastidire, come era già successo anche qualche anno fa ed era stato soprattutto il versante italiano di confine ad esprimere disagio.
Non solo è stato richiamato in servizio il velivolo per contrastare l'immigrazione clandestina, ma dopo un primo dispositivo di rinforzo con 12 agenti, da oggi altri 20 uomini per nuove pattuglie sono state assegnate al Canton Ticino meridionale per controllare le zone di confine, in modo da presidiare i valichi ufficiali, in particolare la stazione ferroviaria di Chiasso e dintorni e i valichi abusivi, quelli disseminati lungo i boschi, dove la ramina non esiste più. E dai valichi stradali, anche da quelli presidiati, i passaggi clandestini sono effettuati con stratagemmi: a conferma dei passatori in azione, la settimana scorsa, le guardie di confine, a Brogeda, hanno trovato un turco accucciato nel baule di un'auto condotta da un uomo del quale non sono state rese note le generalità. Conducente e passeggero scoperto nella scomoda posizione sono stati portati in caserma, a disposizione delle autorità di polizia e della magistratura.
L'aumento degli ingressi illegali è stato osservato dal mese scorso, in concomitanza con rivolte e guerre nell'Africa Mediterranea. Nelle prime due settimane di marzo, secondo il bilancio presentato dal Comando delle guardie di confine, sono state fermate 41 persone, di cui 30 richiedenti l'asilo, collocate nel centro per gli asilanti di Chiasso. Nella terza e nella quarta settimana, sono stati 74 gli ingressi illegali, di cui 49 persone hanno chiesto asilo. Nessun libico; si tratta di tunisini, iraniani e nigeriani. Nel contempo, da Berna, l'Ufficio federale delle migrazioni ha reso noto che da gennaio 11 libici hanno chiesto asilo, mentre le domande sopraggiunte dai tunisini sono state 251, di cui 159 nel solo mese di marzo. Sono dati ancora lontanissimi dalle ondate migratorie degli anni '90, provenienti da Libano, Albania, Kossovo ed ex Jugoslavia, ma è prevista una progressiva intensificazione della pressione, che potrebbe spostarsi su altre regioni del Ticino, poiché l'estrema fascia meridionale è soggetta ad una super vigilanza. Le riammissioni in Italia: finora, pochissime.
Maria Castelli
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