Asfissiati da una pozza
Rivolta in via Scalabrini

Nell'area ex Consorzio agrario si è formato uno stagno malodorante. Ieri il sopralluogo dei tecnici dell'Arpa

COMO - Via Scalabrini, allarme per il fortissimo odore di gas avvertito in tutta la zona. Ma la colpa è della pozza di acqua putrida situata nell'area dismessa dell'ex Consorzio agrario. I residenti protestano per il degrado della zona ma alcuni di loro, ieri mattina intorno alle 11, avevano pensato davvero a una fuga di gas, ipotesi che ha creato una certa preoccupazione. Sono stati i tecnici di Acsm-Agam, intervenuti con appositi strumenti insieme alla Polizia locale, all'Arpa e ai tecnici comunali, ad escludere la possibilità di un guasto alla rete del gas: «La verifica sul campo - ha fatto sapere l'azienda, che ha ricevuto numerose segnalazioni telefoniche nel corso della giornata - ha confermato che il fenomeno non è legato alle nostre attività». L'odore, comunque, era davvero fastidioso. E arrivava fino ai piani alti delle palazzine. Scongiurato il rischio della fuga di gas, chi vive nella zona è tornato a puntare l'indice contro l'acquitrino parzialmente nascosto dal muro diroccato che cinge l'area dell'ex Consorzio. Gli stessi tecnici che hanno effettuato il sopralluogo, riconoscibili per le sgargianti divise che indossavano (alcuni aveva addirittura la mascherina, a testimonianza dell'odore davvero nauseabondo), si sono concentrati su quella zona e gli esperti dell'Arpa hanno effettuato una serie di analisi. Anche l'Asl è stata preallertata ma l'intervento non si è poi reso necessario visto che sono stati subito esclusi pericoli per la salute dei cittadini. La vicenda ha fatto esplodere nuovamente la rabbia di chi vive in via Scalabrini. La voragine che si è creata dopo la demolizione di uno degli edifici del Consorzio si è riempita via via d'acqua e di depositi di varia natura, spazzatura compresa, trasformandosi in uno stagno maleodorante. Il problema del cattivo odore, peraltro, era venuto alla luce già l'estate scorsa e ora si ripropone, complici le prime giornate calde. L'ipotesi più accreditata chiama in causa il canale di scolo di una roggia che, dopo i lavori sulla rete fognaria effettuati nella zona alcuni anni fa, è stato in parte occupato dalle tubature e non consentirebbe un drenaggio corretto dell'acqua. La gente chiede un intervento risolutivo in tempi brevi. È stanca del degrado, dei topi e della puzza.
Michele Sada

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