Turisti ai giardini a lago
in mezzo al degrado

Dal 2004 viene annunciato il rifacimento di tutta l'area. Giochi impraticabili, vialetti mezzi rotti e sporcizia

«Per mantenere pulita e funzionale la fontana è fatto assoluto divieto di: gettare sassi e altri oggetti nella vasca; utilizzare la vasca per i cani; entrare nella vasca. Ogni violazione è punita a norma di regolamento con una sanzione di 50 euro». Beh, il cartello non dice che non si possono spaccare gli elementi decorativi: forse per questo le tre cassette di plastica che contenevano le luci sono state tutte fracassate?
Non resta che l'ironia davanti all'incuria che fa capolino quasi in ogni angolo dei giardini pubblici più importanti di Como, quelli a lago. Ma l'assessore al Verde Diego Peverelli è un uomo sanguigno, che magari non stravede per il tricolore ma di sicuro ama la sua città, e fatica a non sbottare davanti all'erba alta di largo Mafalda di Savoia (il "cannocchiale" centrale del parco), a un'aiuola del Tempio Voltiano desertificata, a un Suv che alle 11 del mattino percorre un vialetto pedonale in porfido (guarda caso, saltato in più punti e rattoppato con asfalto) per rifornire un chiosco. Alza il telefono e chiama gli uffici (oggi o domani taglieranno l'erba), ferma un vigile, vede uno stradino e lo sollecita a rimuovere subito una bottiglia di vetro abbandonata in mezzo al prato...
Il degrado dei giardini a lago richiede un intervento più radicale, ma il rifacimento annunciato dal 2004 è ancora di là da venire. Per chi arriva da piazza Cavour l'impatto è scioccante. Giunti al termine della palizzata del cantiere delle paratie, ci si trova davanti l'ex battello gelateria oramai in balia della ruggine. La diga foranea è chiusa: gli operai stanno sistemando la pavimentazione. Il monumento alla Resistenza è pure in parte inaccessibile e interessato da lavori. «In questo caso però - sottolinea Peverelli - si tratta di un intervento di pulitura in vista del 25 aprile». Si passa in mezzo alle lapidi con le lettere dei condannati a morte, in gran parte illeggibili: «Anche queste saranno ripristinate», assicura l'assessore. Non si può riferire, invece, l'espressione che gli scappa davanti alla dichiarazione d'amore di un grafomane tratteggiata "in sovrimpressione" con un pennarello a tempera. Fa anche notare che le grandi lapidi metalliche ai lati del monumento sul retro sono corrose: colpa degli incontinenti che non riescono ad arrivare fino ai gabinetti tra l'area giochi e il minigolf. Già, l'area giochi... Un'altra vittima dell'incuria e dei graffitari. Due papà con le rispettive bimbe si avvicinano alla stele che spiega le regole del "saltamartino" donato dal Soroptimist nel 1994, ma è troppo pasticciata per capire qualcosa. Anche se si capisse, la grande pedana di cemento è talmente stinta che non si saprebbe dove mettere i piedi.
Il lato verso lo stadio non è in condizioni migliori: abbandonata la pista per gli skater, graffitata la locomotiva storica e sfondata la grata che ne impediva l'accesso alla cabina di comando. Gran finale in riva al lago, dietro al Tempio Voltiano, dove i turisti prendono il sole e ammirano il paesaggio. Si fa per dire, perché l'occhio è distratto dall'enorme scia giallastra che dalla foce del Cosia si protende verso Villa Geno.
Pietro Berra
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