Como, sniffano coca
e tentano la rapina: presi

I tre malviventi sono stati bloccati e ammanettati contro la vetrina della filiale Carige di via Catenazzi a Ponte Chiasso, poco dopo il punto Sisal, con decine di curiosi affacciati ai balconi delle palazzine intorno

PONTE CHIASSO «C'erano carabinieri dappertutto. Almeno una cinquantina. Sbucavano dalle macchine, da dietro le porte, da un furgone posteggiato sul marciapiede, tutti in borghese e tutti armati di pistole e mitragliette. Alla fine, mentre portavano via quei tre in manette, esultavano tutti come avessero acchiappato Totò Riina». La fotografia (l'unica a disposizione visto che nessuno ha avuto il tempo di impugnare una videocamera o un telefonino per documentare la scena), è di un negoziante di via Catenazzi, a Ponte Chiasso, teatro ieri mattina verso le 11.30 dell'arresto molto cinematografico di un gruppo di rapinatori che si preparava a svaligiare la gioielleria di Domenico Fasana, al civico 294 di via Bellinzona, trenta metri in linea d'aria dal confine di Stato. I tre malviventi sono stati bloccati e ammanettati contro la vetrina della filiale Carige di via Catenazzi, poco dopo il punto Sisal, con decine di curiosi affacciati ai balconi delle palazzine intorno. Urla, sirene, motori, pistole e fondine:«È stato tutto velocissimo - racconta il proprietario di una delle pizzerie da asporto della zona - Uno era a bordo di una Fiat Uno davanti al bar all'incrocio con via Bellinzona, altri due erano nascosti più indietro, su una Ford Mondeo di fronte alla Sisal. Icarabinieri sono balzati fuori spianando mitragliette e pistole. Quelli che stavano sulla Ford sono scesi dalla macchina senza reagire... Li hanno spinti contro la vetrina della banca e li hanno spogliati per perquisirli, fino a lasciarli in mutande». Il blitz è scattato verso le 11.30, dopo che uno dei tre era entrato in gioielleria per un sopralluogo, segno che probabilmente all'azione mancavano davvero pochi minuti. «Avevo altri clienti - ha raccontato Fasana, il titolare, che nel pomeriggio è stato chiamato al comando per verbalizzare la sua testimonianza - È rimasto dentro un attimo, ha dato un'occhiata, poi è uscito senza chiedere nulla». Gli arrestati sono due italiani, uno residente a Vigevano, uno veneto e un cittadino di nazionalità albanese. Dal comando di via Borgo Vico filtrano pochissimi dettagli: i carabinieri rimandano alle prossime ore (probabilmente ci sarà una conferenza stampa domani) ma sembra che i tre fossero considerati particolarmente pericolosi, e non solo per il fatto di essere armati: un attimo prima di entrare in azione avrebbero anche consumato dosi massicce di cocaina. A Ponte Chiasso erano arrivati tre giorni fa, senza immaginare di essere già intercettati, e nel quartiere si sono visti piuttosto spesso. Sembra che uno di loro avesse anche già avvicinato il gioielliere, forse per destare minori sospetti al momento opportuno.
L'indagine è del comando provinciale di Verona ed era stata avviata dopo una rapina messa a segno, sempre ai danni di una gioielleria, a Cerea, cittadina della provincia veronese. Il piano - piuttosto azzardato vista la vicinanza con il confine, che è sempre presidiato da polizia e guardia di finanza - prevedeva di fuggire in autostrada, dalla rampa di piazzale Anna Frank, a 150 metri dalla vetrina di Fasana. Niente è andato come previsto.
St. F.

© RIPRODUZIONE RISERVATA