Lerner spiazza i comaschi
"Consideratevi meridionali"

Il giornalista alle "Primavere di Como": "La vostra cultura è mediterranea, inutile inseguire la Svizzera". Tutto esaurito a San Giacomo per il dibattito con Mauro Magatti su professionalità e destrezza

COMO - «Comaschi, dovete considerarvi un po' meridionali». È il consiglio di Gad Lerner, che parla di un'Italia inserita nella cultura del mediterraneo, da cui non può prescindere anche la Lombardia: «È inutile attaccarsi alla Svizzera e alla Baviera».
Tra professionalità e destrezza, tema proposto ieri sera in San Giacomo dall'appuntamento con le «Primavere di Como», il conduttore de L'infedele ha dovuto, giocoforza, puntare sulla seconda: «Non ho avuto tempo di prepararmi, ma potrei incantare una parte di voi, minoritaria, con aneddoti collaudati. Ma, spero, sarebbe solo una piccola parte, spero, perché la maggior parte avrebbe sicuramente colto che non sono preparato». Un'affermazione di disarmante sincerità (o uno scaltro incipit a effetto?) per entrare in un argomento complesso che ha visto il celebre giornalista discutere con il sociologo Mauro Magatti e con il direttore de La Provincia Giorgio Gandola di fronte a una chiesa mai così gremita. Lerner fa una considerazione amara: «Oggi le leadership irridono il sapere. Di un capo di Stato si ama dire che "è una persona semplice, vicina al popolo", mentre un tempo la sconfitta dell'ignoranza era un obiettivo fondamentale». E Magatti: «La trasformazione dei mezzi di comunicazione ha come effetto collaterale la perdita della realtà: facciamo fatica, oggi, a distinguere cosa è reale e cosa non lo è. Non solo: qualunque cosa, ora, è un'opinione, valida come qualsiasi altra, si può dire tutto e il contrario di tutto. Il sapere non c'è, o meglio, il sapere è quello che pensa la maggioranza. Che rapporto c'è tra quello che sta nella nostra testa e quello che si trova in Internet? Gli studenti non distinguono più e attingono indifferentemente da questo grande archivio».
Il conduttore de «L'infedele» non lesina riferimenti biblici e alla millenaria cultura ebraica, conoscenze che non è possibile fare proprie con un motore di ricerca. «Ma sono ottimista. Guardate cosa sta accadendo nel mondo arabo: giovani scolarizzati hanno appreso altre culture grazie alle trasmissioni satellitari, hanno scambiato idee con il telefonino». Si può possedere, insomma, una certa destrezza nel padroneggiare il sapere, ma prima bisogna avere solide basi. Secondo Magatti bisogna «conservare un rapporto tra le due dimensioni». L'ultimo appuntamento con le «Primavere di Como» è fissato per il 12 maggio, in una sede differente ma altrettanto suggestiva, la Casa del Fascio, capolavoro di Giuseppe Terragni, per un assolo del critico d'arte Philippe Daverio che affronterà il tema «La bellezza come scelta e come valore». Tutte le informazioni sul sito www.leprimaveredicomo.it.
Alessio Brunialti

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